
Al momento sono tre milioni ma saliranno
Il numero dei pensionati italiani del settore pubblico sta per raggiungere quello degli impiegati ed anzi a breve rischia di essere maggiore. A lanciare l’allarme è l’Annual Report 2020, il volume di Fpa, società che ogni anno da 6 edizioni analizza i principali dati e fenomeni di innovazione nella Pubblica Amministrazione italiana. Secondo il report gli statali italiani sono 3,2 milioni, con un’età media di 50,7 anni, di cui il 16,9% over 60 mentre al primo gennaio 2020 i pensionati erano arrivati a quota tre milioni, un numero destinato a salire con 540.000 dipendenti pubblici che avevano compiuto 62 anni e 198 mila che avevano maturato oltre 38 anni di anzianità.
Nella pubblica amministrazione il 2020 è stato l’anno dello smart working, un’esperienza completamente nuova per la maggior parte dei dipendenti, per l’esattezza per ben 87,7% nel sondaggio Fpa. Ma il bilancio è positivo: l’88% dei dipendenti ha giudicato l’esperienza di successo, il 69,5% ha potuto organizzare e programmare meglio il lavoro e il 34,9% ha lavorato in un clima di maggior fiducia e responsabilizzazione. Inoltre lavorare da casa non ha significato smettere di essere produttivi, anzi per il 41,3% dei dipendenti P.A. l’efficacia lavorativa è migliorata.
Sulle competenze è ormai chiara la necessità di una visione strategica di lungo periodo. In 10 anni la spesa in formazione si è quasi dimezzata arrivando a -41%. Dal 2008 al 2018 si è passati da 262 a 154 milioni di euro di investimento, 48 euro per ciascun dipendente, offrendo una media di 1,02 giorni di formazione l’anno a persona. Troppo poco. «La mancanza di formazione ha svelato tutte le sue gravi conseguenze in piena pandemia, specie sul digitale, a causa della remotizzazione del lavoro», si legge nel report. Quattro i temi su cui intervenire: l’istruzione e la formazione superiore, la cittadinanza, la forza lavoro attiva e lo sviluppo di competenze specialistiche Ict.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ASKANEWS
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