Le Autonomie, Leu e Italia Viva danno il loro appoggio. Nel pomeriggio sarà la volta di FdI, Pd e FI. Beppe Grillo farà parte della delegazione del M5s che incontrerà domani il banchiere. Landini: “A Draghi chiederemo la proroga del blocco dei licenziamenti”
E’ partita la seconda giornata di consultazioni di Mario Draghi per la formazione di un nuovo Governo. Il premier incaricato ha visto in mattinata le autonomie, Leu e IV, mentre nel pomeriggio sarà la volta di FdI, Pd e FI.
La mattinata è stata proficua perché l’ex presidente della Bce ha incassato, com’era prevedibile, tutti sì. Il primo è arrivato dal Gruppo Autonomie che auspica però la formazione di un Governo Ursula. Lo stesso appoggio arriva da Leu che chiede una maggioranza omogenea. «E’ evidente che le questioni programmatiche non sono variabili indipendenti. La base parlamentare deve essere coesa e deve avere un minimo di omogeneità. E’ difficile tenere insieme forze che hanno difeso le scelte del governo con chi a settimane alterne era per chiudere o aprire e lisciava il pelo al negazionismo. Non firmeremo mai il programma di un governo in cui ci sia la flat tax». Dulcis in fundo Italia Viva che ha sempre sostenuto un Governo Draghi e che anche oggi ha ribadito il suo pieno sostegno al banchiere. «Italia Viva sosterrà il governo, indipendentemente dai ministri – ha detto detto Matteo Renzi, al termine della consultazione. – Mi auguro che tutte le forze politiche esprimano lo stesso sostegno: il presidente della Repubblica ha fatto appello a tutti, chi oggi pone veti non fa solo un errore politico ma rifiuta l’appello del presidente della Repubblica. Mario Draghi presidente del Consiglio è una polizza assicurativa per nostri figli e nipoti. E’ il periodo storico in cui l’Italia avrà più soldi da spendere, mai il nostro Paese ha avuto tanti soldi dal dopoguerra, e questo ci porta a dire: chi meglio di Mario Draghi può gestire questo passaggio. Se da questa crisi usciremo con un governo Draghi l’Italia sarà più forte».
Anche per il pomeriggio lo scenario è già chiaro: FI e Pd daranno il loro appoggio, mentre FdI dovrebbe confermare il suo secco no, salvo sorprese, anche se sono molto remote visto che lo stile della Meloni non è proprio quello di cambiare idea all’ultimo. Per mantenere la sua ferma posizione si è perfino staccata dal suo collega carissimo, Matteo Salvini, che invece una apertura sembra averla data ieri, a due condizioni: no patrimoniale e meno tasse (leggi qui). A quanto si apprende non sarà più Berlusconi a guidare la delegazione di Forza Italia. Lo ha comunicato lui stesso a Draghi al telefono stamattina. Da Forza Italia riferiscono che si tratterebbe di “motivi precauzionali legati allo stato di salute“, anche se le stesse fonti rassicurano che “sta benissimo“. Saranno in particolare Antonio Tajani, Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini a portare oggi da Mario Draghi il programma di proposte concrete per “dare risposte immediate sul piano vaccini, sul Recovery Plan, sull’emergenza sociale ed economica“.
Il grande dilemma rimane sicuramente per domani ed in particolare per il M5s che ancora non ha affatto scoperto le sue carte, anzi. C’è chi dice no e chi invece vuole ascoltare. Le posizioni interne al partito sembrano così divergenti che per Davide Casaleggio l’unico modo per dare una parvenza di unità è votare sulla piattaforma Rousseau. Intanto si sa che il fondatore dei 5 stelle Beppe Grillo dovrebbe far parte della delegazione M5s che domani incontrerà Mario Draghi per le consultazioni. E’ già arrivato a Roma e non è escluso che incontri in giornata Casaleggio. Per il resto la composizione della delegazione M5s non è stata ancora comunicata formalmente.
Intanto c’è chi si porta avanti e si comporta come se fosse già stato designato il nuovo premier. Parliamo in questo caso della Cgil che chiederà a Mario Draghi una proroga del blocco dei licenziamenti oltre il 31 marzo perché “è un’esigenza sociale“. «L’autorevolezza e la competenza di Draghi sono riconosciuti nel mondo ma anche lui sa che una persona da sola non può risolvere tutti i problemi. Siamo disponibili a cambiare il Paese e per farlo occorre coinvolgere il mondo del sindacato», ha spiegato il segretario del sindacato Maurizio Landini.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/STEPHANIE LECOCQ
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