
Contraltare al bonus bebé, arriva la stangata sugli asili: l’inchiesta di Altroconsumo
Un asilo su due ha aumentato la retta per far fronte alle uscite dovute al coronavirus. È una stangata che potrebbe potenzialmente rendere inutili i bonus elargiti alle famiglie come sostegno dal Governo (leggi qui), perché il rincaro medio si aggira intorno al 6% ed equivale a quasi 450 euro l’anno in più, calcolando circa 10 mesi di frequenza. «Le difficoltà che i gestori hanno dovuto affrontare per la riapertura in sicurezza – rileva Altroconsumo – sono state ad esempio la sistemazione degli spazi, l’assunzione di nuovi educatori e personale di servizio. Alcuni hanno dovuto scegliere la strada della riduzione del numero di bambini ospitati, altri responsabili ci hanno anche raccontato di essere rimasti senza stipendio e di aver dovuto mettere i dipendenti in cassa integrazione». Solo il 43% ha mantenuto i costi invariati mentre il 7% ha deciso di ridurli.
Sono dati confermati anche dall’analisi di Upb che ha evidenziato come, tra le Regioni italiane, ci siano delle differenze notevoli sia di prezzo sia di accoglienza dei bambini. La migliore dal punto di vista economica è l’Emilia Romagna, anche se è in grado di accogliere solo il 34% dei bambini fino a tre anni. La Campania si ferma al 7%. I bambini che vengono accolti negli asili nido e i finanziamenti pubblici sono strettamente correlati, perché gli enti seguono perlopiù il criterio del numero dei bambini serviti nel decretare l’entità del finanziamento. Perciò vengono premiati i territori che hanno già un livello di copertura elevato e bastonati quelli che non arrivano a coprirlo.
Il piano asili messo a punto dal Governo rischia di non essere risolutivo della situazione perché l’Italia investirà dall’anno prossimo 100 milioni che diventeranno 300 milioni entro il 2026, ma le risorse stanziate sono inferiore a quelle necessarie per arrivare alla media europea di copertura del 335, una soglia che secondo l’Ue andava raggiunta entro il 2010. Servirebbe un aumento di stanziamenti di circa un miliardo. Infatti per l’Ufficio Valutazione Impatto del Senato, ogni posto aggiunto all’offerta dei nidi richiede un investimento una tantum di 16mila euro: 1,9 miliardi per arrivare alla copertura del 33% e di 8,1 miliardi per il 60 per cento. L’ammortamento di questi investimenti, pari al 3 per cento annuo per gli edifici, ammonterebbe rispettivamente a circa 60 e 240 milioni all’anno, da aggiungere alla spesa corrente.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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