
La burocrazia dietro la richiesta del superbonus, dal visto di conformità all’attestato di prestazione energetica
Per richiedere il superbonus 110% è necessario imparare a destreggiarsi tra tutta una serie di documenti e certificati da cui dipende la buona riuscita dell’agevolazione. Bisogna ricordare che i documenti fondamentali sono quattro: il visto di conformità, l’asseverazione, l’attestazione di congruità delle spese e l’attestato di prestazione energetica Ape.
Partiamo dal visto di conformità: si tratta di un documento che deve essere depositato dal contribuente che realizza i valori e vuole avvalersi dello sconto in fattura o della cessione del credito di imposta che corrisponde alla detrazione, non è richiesto se si sceglie la detrazione Irpef con rimborso in cinque anni. Il visto attesta che ci sono i presupposti per avere il beneficio fiscale. Viene rilasciato da commercialisti, ragionieri, periti commerciali, consulenti del lavoro ed esperti iscritti alle Camere di Commercio.
L’asseverazione va depositata sia per interventi di efficientamento energetico sia per interventi antisismici. Nel primo caso, viene compilata da ingegneri, architetti o geometri e poi trasmessa all’Enea. Nel secondo, i professionisti che hanno il compito di progettare la struttura e dirigere i lavori devono comprovare la riduzione del rischio sismico: in questo caso il documento va depositato allo sportello unico per l’edilizia.
Veniamo alle due attestazioni. Per quanto riguarda quella relativa alla congruità delle spese, deve essere presentata per i lavori di efficientamento energetico e antisismici. L’APE, attestato di prestazione energetica, deve essere redatto dai certificatori energetici e serve per ottenere il superbonus sui lavori di efficientamento. In questo caso ne occorrono due: uno prima di iniziare i lavori, che attesti la condizione dell’immobile, e uno al termine dei lavori, che possa certificare il miglioramento delle prestazioni energetiche.
di: Micaela FERRARO
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