
L’allarme dell’associazione per la prima ricchezza del Paese, che vale il 25% del Pil nazionale
Coldiretti lancia l’allarme per la filiera agroalimentare, che a causa delle nuove restrizioni in vigore dal primo marzo, con il ritorno in arancione di Lombardia, Piemonte e Marche e in rosso di Basilicata e Molise, va di nuovo in perdita. Non che si sia mai potuto parlare davvero di ripresa: nel 2020 i consumi degli italiani fuori casa sono scesi al minimo storico causando un crollo del fatturato e una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro, un danno che non ha colpito solo la ristorazione ma anche i fornitori della filiera. Si tratta di 70 mila industrie alimentari e 740 mila aziende agricole, che garantiscono le forniture per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro.
«Servono immediati e adeguati sostegni economici per salvare l’economia e l’occupazione – ha sottolineato Coldiretti – si tratta di difendere la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare nazionale che vale 583 miliardi, pari al 25% del Pil nazionale». La filiera agroalimentare è un settore chiave per la sicurezza alimentare e le restrizioni significano disdette di ordini per vino, olio, carne, pesce, salumi e formaggi, tutti alimenti che trovano nel consumo fuori casa un importante – se non l’unico – mercato di sbocco.
«In queste Regioni nei ristoranti e agriturismi, è consentita solo la consegna a domicilio o l’asporto, con limitazioni fino alle 18 per i bar che riducono ulteriormente la sostenibilità economica per giustificare le aperture, tanto che in molti preferiscono mantenere le serrande abbassate aumentando le perdite economiche e occupazionali – ha proseguito Coldiretti – una situazione che con il caldo favorisce gli assembramenti nelle piazze, lungo le vie dello shopping, nel lungomare o davanti ai locali della ristorazione dove all’interno sono state adottate importanti misure di sicurezza, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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