
Sono le più efficaci e richieste, per questo impazzano le imitazioni. Bisogna conoscere leggi, deroghe e certificati di conformità
Le mascherine Ffp2 sono le più efficaci nel prevenire il contagio da coronavirus. Questi dispositivi di protezione individuale sono entrati nella quotidianità delle persone di tutto il mondo: in alcuni Paesi addirittura ne è stato reso obbligatorio l’utilizzo, ad esempio in alcune zone della Germania e in Austria, ma in linea generale sono le più richieste anche in Italia, proprio perché più efficaci rispetto alle chirurgiche.
Vista la grande mole di richieste, sono cresciute le truffe: ma come riconoscere una mascherina Ffp2 a norma?
Prima di tutto bisogna verificare che la mascherina abbia il marchio CE. Questa sigla certifica la conformità del prodotto, e il produttore la ottiene passando il vaglio di un organismo che certifica il rispetto dei requisiti individuati nel regolamento Ue 425/2016, alle norme tecniche EN 149:2001 + A1:2009. Se manca il marchio CE, la Ffp2 non è a norma.
Inoltre bisogna prestare attenzione ai codici alfanumerici presenti sulla mascherina: il marchio CE è accompagnato da quattro numeri o lettere che identificano l’organismo che ha certificato la confomità del prodotto. L’elenco si trova nel database Nando della Commissione Eu, consultabile sul web (puoi vederlo qui). Se il codice non compare nell’elenco, è quasi certamente falso.
Il terzo controllo bisogna effettuarlo sul certificato di conformità: deve essere emesso da un organismo notificato e deve contenere obbligatoriamente determinate informazioni. Nome e codice numerico dell’organismo, nome e indirizzo del fabbricante o del mandatario, tipologia di Dpi, riferimento alle norme tecniche e data di rilascio.
Le mascherine prive di marchio CE possono essere vendute. Si tratta di una deroga introdotta con il Cura Italia per rendere più rapida l’immissione in commercio, ma riguarda solo le tempistiche e prevede comunque il rispetto degli standard tecnici e di qualità previsti dalla norma EN 149:2001. Queste mascherine possono essere vendute in ambito sanitario solo se i produttori certificano l’aderenza alle norme tecniche previste dalla legge, e per dimostrarlo devono mandare i documenti all’Inail, che ne autorizza la commercializzazione.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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