
Cresce nel Paese nipponico il mercato dei videogiochi rivolti ad un target femminile, a farla da padrone le gemelle Nakajima
Videogame al femminile: così in Giappone le due gemelle imprenditrici Anna e Mizuki Nakajima sono diventate multimilionarie con la loro società quotata in borsa ad un valore di 141,5 milioni di dollari. Le fondatrici dell’azienda, denominata Coly, hanno deciso di puntare tutto sull’universo femminile: dei circa 200 dipendenti tre quarti sono donne e i videogiochi prodotti appartengono al genere denominato Otome – “fanciulla” in lingua giapponese – e sono rivolti soprattutto a donne e ragazze.
Il successo della società è in aperto contrasto con la tendenza generale dell’industria dei videogiochi: in Giappone questo tipo di intrattenimento è rivolto soprattutto ad un pubblico maschile e meno del 5% delle compagnie di software sono a conduzione femminile. Nonostante questi dati, tra il 2019 e il 2020 il genere Otome è cresciuto passando da un fatturato 70 a 80 miliardi di yen (da 65 milioni a 74,3 milioni di dollari).
Un caso da record, quindi, quello della Coly, soprattutto in un mercato come quello giapponese in cui è difficile per una donna farsi strada. «Le gemelle Nakajima hanno fatto un lavoro eccezionale nel far crescere la loro azienda velocemente in un settore così iper-competitivo» ha commentato alla Bbc Serkan Toto, analista del settore dei videogame in Giappone.
Nel frattempo cresce sempre di più negli Usa, in Cina e in Corea del Sud la popolarità dello stile di animazione giapponese, meglio noto come anime: l’attuale valore di mercato si attesta intorno a 20,5 miliardi di dollari ma è destinato a crescere di circa il 9% annuo fino al 2025. Su Netflix, che ha firmato diversi accordi con produttori di anime per creare contenuti ad hoc, più di 100 milioni di utenti hanno guardato almeno un titolo di questo genere tra il 2019 e il 2020, un aumento superiore al 50%. Il film Demon Slayer della Sony ha registrato un record storico, realizzando 10 miliardi di yen di incassi in soli 10 giorni.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: AFP / TORU YAMANAKA
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