
Der Spiegel: il ministero avrebbe comprato mezzo milione di mascherine dal gruppo Burda del quale l’ufficio di rappresentanza è gestito dal marito di Spahn
Germania, il ministro alla Salute Jens Spahn al centro del ciclone per lo scandalo mascherine. Secondo quanto rivelato da Der Spiegel sul suo sito online, il ministero avrebbe ordinato 570 mila mascherine FFP2 alla società Burda Gmbh, della quale Daniel Funke, marito di Spahn, gestisce l’ufficio di rappresentanza.
Il gruppo Burda si è subito difeso, affermando che la transazione fosse in regola e svolto senza il coinvolgimento di Daniel Funke non ne è stato informato. Il ministero, contemporaneamente, ha commentato dicendo che l’affidamento diretto al gruppo sarebbe avvenuto attraverso una procedura standard.
Secondo Burda, il gruppo avrebbe offerto il suo aiuto alla Germania in un momento in cui le mascherine scarseggiavano, sulla base di una partecipazione minoritaria ad un’impresa di Singapore. I dispositivi sono stati consegnati al ministero a Shangai il 17 aprile 2020 e da qui è stato organizzato il trasporto aereo. Il gruppo, dichiara, non avrebbe guadagnato nessuna provvigione, girando i costi delle mascherine in un rapporto di 1:1 (al prezzo di 1,73 dollari l’una).
Le rivelazioni del sito online emergono da un documento che la Commissione del Bundestag ha ottenuto dallo stesso ministero. Le polemiche sono ora alimentate dal clima da campagna elettorale, in vista delle federali del 26 settembre. Nei giorni scorsi si sono dimessi ben 4 deputati dell’Unione (Cdu-Csu), due proprio per i soldi intascati con gli affari sulle mascherine. Ma i dimissionari sono finora almeno cinque, altri due hanno fatto un passo indietro per attività lobbistiche. E oggi è toccato a un consigliere regionale della Baviera, Alfred Sauter, ex assessore alla Giustizia, che pure ha mollato ogni incarico di partito, dal momento che su di lui indaga la Procura.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA
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