
È boom di vendite online nel mondo dell’arte. La digitalizzazione, spinta dall’emergenza, vede come futuro canale di vendita il social network Instagram
Il mercato dell’arte sempre più digitale: ad accelerare il processo anche l’emergenza pandemica. Secondo quando emerge dal quinto Art Basel e UBS Global Art Market Report, le aste ora si svolgono online e, seppur ancora di nicchia, Instagram sta nascendo come nuovo canale chiave per l’acquisto di opere. Il report, in generale, analizza come il Covid abbia avuto un impatto sul mercato e identifica le tendenze chiave che daranno forma al mercato nel 2021 e oltre.
Nel 2020 le vendite globali di arte e antiquariato si sono aggirate intorno a un valore di 50,1 mld di dollari, con un calo del 22% rispetto al 2019, ma ancora al di sopra del minimo della recessione del 2009, quando le vendite erano diminuite del 36%, scendendo a 39,5 miliardi di dollari. A mantenere il ruolo di leader è il mercato statunitense, con una quota del 42% dei valori di vendita globali, seguono Cina e Regno Unito alla pari al 20%.
Nonostante la contrazione, le vendite online hanno raggiunto un record assoluto di 12,4 miliardi di dollari, raddoppiando rispetto al 2019, passando dal 9% al 25% nel 2020. È la prima volta che la quota di e-commerce nel mercato dell’arte supera quella del retail generale. Un’altra tendenza interessante, come anticipato, vede Instagram come canale chiave delle vendite. I social media hanno continuato ad essere un canale chiave utilizzato dal mercato dell’arte e circa un terzo dei collezionisti ha acquistato arte utilizzando Instagram nel 2020.
Il 66% dei collezionisti, tuttavia, ha espresso ancora una preferenza a partecipare di persona ad una mostra in una galleria o ad una fiera d’arte per visionare le opere in vendita. Lo dimostrano anche i dati di un’altra rapporto, Lo stato dell’arte ai tempi del Covid-19, curato da Deloitte Private. La maggior parte degli intervistati sostiene che solo una quota compresa tra il 25 e il 50% delle attività legate al mercato dell’arte potrà convertirsi definitivamente in virtuale. E solo il 4% ritiene che l’online sostituirà i servizi dal vivo per una quota superiore al 50%.
Tra le motivazioni di carattere finanziario per diversificare il portafogli, l’uso dell’arte si classifica al primo posto. Per gli investitori italiani invece il driver principale è stato il ritorno atteso sugli investimenti. Il 61% dei collezionisti si dice ottimista nei confronti del mercato dell’arte in Italia nei prossimi 6 mesi, il 69% risulta ottimista addirittura per i prossimi 12 mesi. L’ottimismo per il mercato dell’arte (al 62%) è più alto rispetto a quello per il mercato azionario (al 56%). I collezionisti, inoltre, saranno attivi sul mercato nel 2021 con la maggioranza (57%) che prevede di acquistare più opere per le proprie collezioni.
«Mentre il mercato si è contratto bruscamente in tutti i settori nel 2020, con cali sia del valore che del volume delle vendite per rivenditori e case d’asta, l’interesse nel collezionismo ha dimostrato profonda resilienza, anche in questa situazione» – ha dichiarato Noah Horowitz, Direttore Americas, Art Basel.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/BRITTA PEDERSEN
Ti potrebbe interessare anche: