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Economia

Unicredit, proxy advisor allarmati sulla remunerazione prevista per il nuovo ad Andrea Orcel

Alessia Malcaus
12 Aprile 2021
Unicredit, proxy advisor allarmati sulla remunerazione prevista per il nuovo ad Andrea Orcel
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Tra parte fissa e parte variabile, il banchiere guadagnerà 7,5 milioni di euro l’anno. Negli ultimi 10 anni l’istituto bancario ha avuto perdite per circa 20 miliardi Andrea Orcel, il […]

epa03528729 Andrea Orcel (L) the head of the UBS investment bank, and Andrew Williams (R) Global head of Compliance leave Portcullis House after giving evidence to the UK Parliamentary banking inquiry on Libor interest rates in London, Britain, 09 January 2013.  EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA

Tra parte fissa e parte variabile, il banchiere guadagnerà 7,5 milioni di euro l’anno. Negli ultimi 10 anni l’istituto bancario ha avuto perdite per circa 20 miliardi

Andrea Orcel, il nuovo amministratore delegato di Unicredit, potrebbe diventare uno dei banchieri più pagati d’Europa. La remunerazione del banchiere chiamato a sostituire Jean Pierre Mustier è finita nel mirino dei proxy advisor, società di consulenza Glass Lewis e Iss.

Da Unicredit, Orcel riceverà uno stipendio fisso annuo di 2,5 milioni di euro insieme a una remunerazione variabile fino al doppio dell’importo in azioni (5 milioni), per un totale di 7,5 milioni secondo i documenti rilasciati prima dell’assemblea annuale. Come affermato da Unicredit, per il 2021 la remunerazione variabile non dipenderà dalla performance, a differenza di quanto avviene solitamente. «Al fine di allineare gli interessi degli azionisti e dell’ad, il consiglio ha approvato dal primo anno di mandato dell’ad un equity award che ammonta all’intera remunerazione variabile per il 2021 pagabile in due tranche e senza alcuna condizione di performance, malus o clawback» – ha spiegato in dettaglio sempre l’istituto di Piazza Gae Aulenti.

Nel 2020, suo ultimo anno di guida, Jean Pierre Mustier ha ricevuto 900 mila euro più una parte variabile in azioni con maturità nel 2024 che oggi valgono 4,4 milioni di euro. In un report pubblicato dal quotidiano londinese Financial Times, Glass Lewis suggeriva agli investitori di far sentire la propria voce alla prossima assemblea sulle politiche di remunerazione del gruppo paneuropeo bancario e unica banca sistemica italiana. Durante l’assemblea verrà rinnovato il Cda, designato il nuovo presidente Pier Carlo Padoan e Orcel prenderà ufficialmente il timone dell’Istituto. Il focus degli investitori sarebbe sulla parte variabile dello stipendio di Orcel, che comprende una premialità non legata alle performance, per il primo anno, e sulle poche informazioni disponibili sulla struttura della remunerazione del futuro amministratore delegato di Unicredit, in arrivo dal gigante del credito svizzero Ubs.

Anche la società di consulenza internazionale Iss punta il dito sulla parte variabile non legata alla performance della retribuzione per il 2021. «Questa questione merita un voto contrario a causa del problematico pacchetto retributivo del nuovo amministratore delegato» – ha scritto in un report l’Institutional Shareholder Services (Iss), puntando in particolare al bonus completamente garantito per il 2021. – «La generosità di Unicredit nei confronti del suo nuovo ceo si scontra con l’attuale contesto globale, la raccomandazione della Banca centrale europea sulla retribuzione dei dirigenti e la sobrietà dell’era Mustier» – ha aggiunto Iss.

In vista di queste novità, continuano nel frattempo i movimenti nell’azionariato di Unicredit. Allianz, il colosso assicurativo bavarese che ha appena conquistato la filiale britannica di Aviva in Polonia con un esborso di 2,7 miliardi di euro sconfiggendo la proposta delle Generali e dell’olandese Nn, il 29 marzo è salita al 3,11% del capitale di Unicredit dal precedente 1,25%. Unicredit è, infatti, una public company: primo azionista è Blackrock con il 5,07%, secondo Capital research con il 5%, terzo è Allianz, salita nei giorni scorsi al 3,1%, seguito dal fondo Norges al 3% e Atic (Emirati arabi) al 2%. Primo azionista tricolore è il re degli occhiali, Leonardo Del Vecchio, con l’1,92%, seguito dalle fondazioni Cariverona all’1,79% e Caritorino al’1,64%.

Normalmente gli analisti dei fondi si concentrano sul book ratio, cioè il patrimonio della banca rispetto alla sua capitalizzazione. Invece questa volta le preoccupazioni della società di consulenza si sono concentrate sulla retribuzione di Orcel. Ma il neo ad di Unicredit non è di certo l’unico banchiere che vanta uno stipendio milionario. Charles F. Lowrey, presidente e ceo di Prudential in Europa nel 2019, ha avuto una retribuzione di 14 milioni di sterline, circa 16 milioni di euro. Negli Stati Uniti Larry Fink, ceo di Blackrock, il più grande gruppo di gestione del risparmio al mondo, ha avuto una retribuzione nel 2020 di 30 milioni di dollari (25 milioni di euro). Deutsche Bank ha pagato al suo ceo Christian Sewing 7,4 milioni di euro nel 2020, in aumento del 46% rispetto all’anno precedente. Carlo Messina, il ceo di Intesa Sanpaolo, ha preso l’anno scorso 5,36 milioni fra 2,6 milioni di stipendio fisso, 1,4 milioni di remunerazione variabile nel breve periodo e 1,3 milioni di variabile di lungo periodo.

Nel recente passato di Unicredit, l’arrivo di un nuovo ceo è stato sempre occasione per nuovi piani aziendali, con conseguenti pulizie di bilanci. Nel 2010 Ghizzoni succede ad Alessandro Profumo e nel novembre 2011 presenta il piano industriale Vision 2015. A quel punto la banca registra una svalutazione di ben 8,7 miliardi e quindi una perdita di oltre 10 miliardi nel 2011. A marzo 2014 arrivano un altro piano strategico e un’altra svalutazione da 8 miliardi, dopo la perdita del Gruppo nel 2013 di quasi 14 miliardi. Tra il 2014 e il 2016 la banca incassa qualche profitto e Ghizzoni dichiara che non c’è bisogno di aumentare il capitale.

Nell’estate 2016 arriva il nuovo ad Jean Pierre Mustier. A dicembre 2016 Mustier presenta il piano Transform 2019 ma prima fa la legittima e doverosa pulizia di bilancio e Unicredit registra nel 2016 una perdita di 13,6 miliardi. Nel febbraio Mustier ottiene la fiducia degli investitori e mette a segno un aumento di capitale monstre da 13 miliardi di euro, nonostante le rassicurazioni del vecchio management. Con i bilanci ripuliti, Mustier fa profitti nel 2017, nel 2018 e nel 2019. Poi registra un’altra perdita nel 2020 (di 2,8 miliardi di euro) e quindi lascia l’incarico perché sembrerebbe contrario all’acquisizione di Mps.

Nel decennio 2010-2020, quindi, i profitti consolidati di UniCredit registrano una perdita totale di oltre 20 miliardi di euro. Gli oltre 160 mila dipendenti del 2010 diventano 82 mila nel 2020. Nello stesso periodo Intesa Sanpaolo ha totalizzato profitti positivi per quasi 18 miliardi di euro. Il timore dei proxy advisor è quindi che Orcel possa ripetere la strategia del passato della banca.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA

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