L’effetto sull’occupazione sarà di quasi tre punti percentuali
Un piano in 318 pagine con l’indicazione di obiettivi, missioni, priorità trasversali e riforme che lo accompagneranno: è questa la bozza del Recovery Plan italiano, attualmente al vaglio dei Cdm (guarda qui).
Secondo quanto si apprende il Piano comprende un ambizioso progetto di riforme con quattro importanti riforme di contesto: p.a, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza. Ci sono poi la modernizzazione del mercato del lavoro; il rafforzamento della concorrenza nel mercato dei prodotti e dei servizi e la riforma del fisco, anche in chiave ambientale.
«L’impatto sul Pil del Piano nazionale di ripresa e resilienza legato al Recovery sarà nel 2026 di almeno 3,6% più alto rispetto all’andamento tendenziale. Il Pnrr è parte di una più ampia e ambiziosa strategia per l’ammodernamento del Paese. Il governo intende aggiornare e perfezionare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile; ambiente e clima; idrogeno; automotive; filiera della salute. L’Italia deve combinare immaginazione e creatività a capacità progettuale e concretezza. Il Governo vuole vincere questa sfida e consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale», si legge nella premessa a firma di Mario Draghi alla bozza del Pnrr in cui si specifica che l’effetto sull’occupazione sarà di quasi tre punti percentuali.
Aumentare di 228 mila posti l’offerta per la prima infanzia, di cui 152.000 per i bambini 0-3 anni e circa 76.000 per la fascia 3-6 anni. E poi la costruzione o la ristrutturazione degli spazi delle mense per un totale di circa 1.000 scuole per spingere il tempo pieno. Sono alcuni degli investimenti contenuti nella missione istruzione. Tra le voci anche la costruzione o l’adeguamento strutturale di circa 900 edifici da destinare a palestre o strutture sportive anche per contrastare la dispersione scolastica.
La riforma della pubblica amministrazione e quella della giustizia sono centrali nel piano di ripresa e resilienza. «Per la PA – si legge nella bozza – la realizzazione del programma di riforme e investimenti si muove su quattro assi: Accesso, per snellire e rendere più efficaci e mirate le procedure di selezione e favorire il ricambio generazionale; Buona amministrazione, per semplificare norme e procedure; Competenze, per allineare conoscenze e capacità organizzative alle nuove esigenze del mondo del lavoro e di una amministrazione moderna; Digitalizzazione, quale strumento trasversale per meglio realizzare queste riforme».
Dopo il Pnrr arriverà il decreto sulle semplificazioni che introdurrà “una normativa speciale” sui contratti pubblici, una semplificazione dei controlli della Corte dei conti sui contratti, la proroga della limitazione della responsabilità per danno erariale, l’introduzione di una speciale “VIA statale” per le opere del Pnrr e l’ampliamento delle autorizzazioni tramite il Provvedimento Unico in materia Ambientale, la rimozione degli ostacoli al Superbonus.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/FABIO FRUSTACI
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