
Ma i problemi e le limitazioni rimangono e rendono difficile la ripartenza
Spiragli di luce si intravedono per il settore food. Da oggi infatti possono alzare di nuovo le saracinesche ristoranti, bar, trattorie e agriturismi italiani. La riapertura non riguarderà però tutti gli esercizi ma solo quelli in zona gialla che possono garantire tavoli all’aperto. In zona gialla infatti, fino a tutto il mese di maggio, sarà possibile pranzare o cenare solo nei luoghi di ristorazione con tavoli all’aperto. Dal primo giugno si mangia nei ristoranti con tavoli al chiuso solo a pranzo. In zona arancione è mantenuta la sola possibilità di asporto, così come in quella rossa.
Secondo le stime della Coldiretti riaprono da oggi 140 mila attività in luoghi dove risiedono 46,6 milioni di italiani, ovvero il 78% del totale.
In base al decreto del Governo i ristoranti dovranno privilegiare l’accesso tramite prenotazione e con una distanza minima tra i tavoli all’esterno di un metro. Bisogna rispettare per le cene il coprifuoco fissato al momento alle 22. Ristoranti, enoteche, paninoteche possono proseguire l’asporto fino a questo orario e resta confermata la possibilità di take away, ma solo fino alle 18. Confermata anche, senza limiti di orario, la ristorazione negli alberghi, ma solo ai propri clienti.
E nel fine settimana ha creato scompiglio la circolare del ministero dell’Interno che introduce una limitazione ulteriore rispetto a quanto previsto dal Governo, vietando il consumo al banco nei bar. La Fipe ha spiegato che così si penalizzano ulteriormente bar e locali “proprio nel momento in cui si parla di riaperture” e che la circolare introduce “una penalizzante restrizione e ulteriore caos interpretativo“. «Il consumo al banco, regolato dai protocolli su distanziamento e capienza degli esercizi, permette in molti casi di snellire il servizio evitando assembramenti all’esterno ed è l’unica modalità di lavoro per numerosissime attività che non dispongono di spazi esterni», si legge in una nota.
Questo problema si aggiunge all’obbligo di servizio al tavolo all’aperto e al coprifuoco alle 22, tutti vincoli che rendono più difficile la ripresa per le attività della ristorazione che complessivamente, ricorda la Coldiretti, coinvolge anche 70 mila industrie alimentari e 740 mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MEO
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