
Il ceo e fondatore di Berkshire Hathaway si scaglia anche contro il mercato SPAC: “se punti una pistola alla mia tempia sicuramente comprerò qualcosa”
Warren Buffett spara a zero sull’app di trading, a commissioni gratis, Robinhood, che si prepara a sbarcare a Wall Street quest’anno, e che, secondo alcuni, nei giorni in cui GameStop è schizzato in Borsa, avrebbe tradito gli investitori retail fissando limitazioni sul trading sia del titolo della famosa catena di videogiochi Usa sia di altri titoli su cui era stata lanciata l’offensiva rialzista.
Ecco allora che l’app torna sotto i riflettori perché a parlarne, non bene, questa volta sono il ceo e fondatore di Berkshire Hathaway, insieme al suo braccio destro, vicepresidente della holding Charlie Munger che, in occasione dell’assemblea degli azionisti, hanno spiegato che sta alimentando un trading che rischia di fomentare la speculazione nel mercato azionario. «Robinhood è diventata parte significativa del gruppo di casinò che nell’ultimo anno-ultimo anno e mezzo ha fatto il suo ingresso nel mercato azionario», ha detto Buffett, affermando che sarebbe davvero curioso di vedere l’applicazione che la società ha presentato alle autorità dei mercati per lanciare l’Ipo.
Peggiore il giudizio di Charlie Munger: «Si tratta di qualcosa di profondamente sbagliato e che noi non vogliamo fare soldi vendendo roba nociva alla gente».
E non è tutto perché Warren Buffett ha espresso una critica, neanche tanto velata, anche verso il mondo delle SPAC. «E’ un killer. Le SPAC in generale devono spendere i soldi in due anni, e questo lo capisco. Se punti una pistola alla mia tempia e mi dici di acquistare un’azienda in due anni, sicuramente lo faccio – ha sottolineato. – Questa mania delle SPAC non durerà per sempre».
SPAC è l’acronimo di Special Purpose Acquisition Companies, letteralmente società di acquisizione con obiettivi speciali, in pratica veicoli di investimento che vengono costituiti con l’obiettivo di raccogliere capitali necessari per finanziare fusioni e acquisizioni di aziende. Si tratta di strumenti che sono stati concepiti per la quotazione in borsa di aziende senza ricorrere all’iter tradizionale dell’Ipo. Stando a quanto ha riportato il Financial Times nei primi 9 mesi del 2020, le SPAC americane hanno avuto un vero e proprio boom, dato che hanno raccolto $41,7 miliardi, ovvero il 44% di tutte le offerte pubbliche, tant’è che ormai si parla di SPAC mania.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/LARRY W. SMITH
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