I crediti deteriorati scendono di circa 44 miliardi dal picco di settembre 2015. La patrimonializzazione è molto solida, tra le migliori in Europa
Anche Intesa San Paolo ha alzato il velo sui conti trimestrali. L’istituto ha terminato il primo trimestre del 2021 con un utile netto di 1,52 miliardi di euro, rispetto agli 1,15 miliardi contabilizzati nei primi tre mesi dello scorso anno. Aveva terminato il quarto trimestre del 2020 con un risultato negativo per 3,1 miliardi di euro in termini contabili.
Il risultato corrente lordo è salito del 22,2%, rispetto al primo trimestre 2020; le commissioni nette sono aumentate dell’8,9% mentre i costi operativi sono calati del 2,6%. Risulta elevata l’efficienza, con un cost/income al 46,5% nel primo trimestre 2021, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee.
La banca, guidata da Carlo Messina, ha assistito a una riduzione significativa dei crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, di circa 44 miliardi dal picco di settembre 2015 e di circa 32 miliardi dal dicembre 2017 superando con un anno di anticipo, per circa 6 miliardi, l’obiettivo di riduzione pari a circa 26 miliardi previsto per l’intero quadriennio del Piano di Impresa 2018-2021.
Ottime prospettive per il futuro. I vertici di Intesa Sanpaolo stimano che l’utile netto possa risultare ampiamente superiore ai 3,5 miliardi di euro. Inoltre, considerando la politica dei dividendi a valere sui risultati del 2020 e del 2021, il management ha confermato il mantenimento della solidità dei coefficienti patrimoniali, con un CET 1 Ratio pro-forma a regime al 15,7%, tra i migliori in Europa.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA / DANILO SCHIAVELLA / PAL
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