
Soddisfatto il ceo Orcel che però avverte: “serve tempo per rilanciare e rafforzare il business. M&A? Non è un obiettivo in sé ma può essere un acceleratore”
Unicredit archivia il primo trimestre del 2021 con il botto, registrando un utile di 887 milioni, ampiamente sopra le stime degli analisti che prevedevano 396 milioni. Il risultato si confronta con la perdita di 2,71 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno causato dal Coronavirus.
Non solo. Il Gruppo ha registrato ricavi per €4,7 miliardi, spinti dal rialzo dei proventi da attività di negoziazione e dalle commissioni a livelli record, il cui effetto combinato ha ampiamente compensato l’impatto di condizioni di mercato ancora sfavorevoli per il margine di interesse. L’eccellente performance delle commissioni è stata sostenuta in particolare da quelle su investimenti, a conferma della forza della rete di distribuzione di UniCredit. I ricavi sono quindi aumentati del 7,1%.
In merito ai dividendi l’istituto ha comunicato che nel 2021 la distribuzione ordinaria è pari a €447 milioni ma in aggiunta l’assemblea degli azionisti ha approvato in aprile una distribuzione straordinaria da eseguirsi non prima del 1 ottobre 2021 per un importo di €652 milioni, interamente sotto forma di riacquisto di azioni proprie, soggetto ad approvazione della BCE.
Soddisfatto il Ceo di Unicredit, Andrea Orcel che però avverte: «avremo bisogno di tempo per rilanciare e rafforzare il business, passando da una fase di ridimensionamento a una caratterizzata da una crescita disciplinata della redditività e da una creazione di capitale sana ed organica. Rafforzeremo la centralità del cliente in tutto ciò che faremo. Realizzeremo una maggiore integrazione della tecnologia nelle nostre attività e semplificheremo il nostro modo di lavorare rimuovendo gli ostacoli che ci impediscono di fornire ai nostri clienti un servizio adeguato. Abbiamo bisogno di tempo per garantire che i cambiamenti che abbiamo in mente vengano apportati, sempre nel miglior interesse a lungo termine del nostro business, mentre noi siamo già impegnati a valutare, rivedere e sviluppare un piano che determinerà la nostra strategia per i prossimi anni».
Ed in merito alle operazioni di M&A, visto che si parla sempre più spesso di nozze con Mps (guarda qui), ha spiegato: «L’M&A non è un obiettivo in sé e per sé, ma è qualcosa che vedo come un acceleratore e come un fattore che può migliorare i nostri risultati strategici laddove soddisfa il migliore interesse degli azionisti. Sono favorevole ad accordi purché siano adatti alla strategia della banca».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
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