
E’ pari al 15% degli utili riportati, soglia che potrebbe anche salire. L’obiettivo è impedire che le società, pur di non pagare le tasse nei loro paesi di origine, si trasferiscano o si registrino presso i paradisi fiscali sparsi in tutto il mondo
Basta paradisi fiscali. Il Tesoro Usa di Janet Yellen lo ha ribadito più volte ed ora arriva una mossa concreta. L’ex capo della Fed ha proposto concretamente una tassa minima globale sulle imprese pari al 15% degli utili riportati, soglia che potrebbe anche salire.
«Con le tasse aziendali che viaggiano al minimo storico dell’1% sul Pil, crediamo che il settore corporate possa contribuire a questo sforzo, accollandosi la quota che gli spetta: semplicemente, proponiamo di tornare a tasse sulle aziende in linea agli standard storici», aveva detto Yellen qualche giorno fa, in un discorso all’evento Global Forum on Economic Recovery, presso la Camera di Commercio Usa.
L’obiettivo è impedire che le società, pur di non pagare le tasse nei loro Paesi di origine, si trasferiscano o si registrino presso i paradisi fiscali sparsi in tutto il mondo.
Nelle ultime ore il Tesoro americano ha parlato della necessità che “l’architettura fiscale globale venga stabilizzata, che il fisco sia giusto ovunque, al fine di creare un contesto in cui i paesi lavorino insieme per assicurare che il sistema globale del fisco sia giusto e attrezzato a soddisfare i bisogni dell’economia globale del 21esimo secolo“.
L’introduzione di una minimum tax vuole evitare quella che è stata definita come una dannosa concorrenza fra stati attraverso corse al ribasso nella tassazione internazionale per attirare le imprese. Washington vorrebbe stringere al massimo i tempi, raggiungendo un accordo entro l’estate, per poi passare una legge entro l’anno. La tassa sulle multinazionali è infatti parte integrante dei suoi piani fiscali per rastrellare risorse e finanziare vasti progetti domestici, in particolare un piano da 2.300 miliardi di dollari di rilancio delle infrastrutture.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/JIM LO SCALZO
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