
I soci della holding dovranno votare se accettare l’offerta da 9,3 miliardi di euro del consorzio guidato da Cdp e dare semaforo verde alla vendita
Potrebbe essere vicina la risoluzione del dossier Aspi. Oggi pomeriggio alle 14 è stata convocata l’assemblea di Atlantia che detiene l’88% di Aspi e che dovrà decidere se cedere la quota di controllo al consorzio formato da Cdp e dai due fondi, Blackstone e Macquarie.
Nello specifico i soci della holding dovranno decidere se accettare l’offerta da 9,3 miliardi di euro del consorzio e dare semaforo verde alla vendita. In questo caso, sempre nella serata di oggi, si dovrebbe tenere il Cda della holding per fissare la data di un altro consiglio (presumibilmente il 10 giugno) per formalizzare il deal e la transazione finale che potrebbe arrivare a fine giugno con il closing finale dell’operazione nel primo trimestre del 2022.
Al momento l’esito del voto sembra abbastanza scontato dal momento che gli azionisti forti della holding, ovvero Edizione (famiglia Benetton) e Fondazione Crt, che hanno rispettivamente il 30,2% e il 5,5% dell’azionariato di Atlantia, sono favorevoli da tempo alla cessione a Cdp.
Altro elemento favorevole al buon esito della vicenda sono le indicazioni dei tre proxy advisor, che raccolgono le azioni e indirizzano il voto assembleare, che hanno dato parere favorevole alla cessione.
Solo il fondo Tci, che detiene 10% circa di Atlantia, spinge per la cessione alla spagnola Acs la cui offerta, ha scritto Tci in una lettera al premier Mario Draghi, al Mef e al Mims, “è sensibilmente superiore a quella del consorzio Cdp“. Il Fondo Tci ha sempre detto di considerare una valutazione equa di Aspi tra gli 11 e i 12 miliardi di euro.
Per avere una risposta certa e capire quale sarà il destino di Aspi bisognerà però attendere l’assemblea di oggi pomeriggio.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/FABIO FRUSTACI
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