
Disposto il blocco provvisorio per alcune criticità riscontrate. Autorizzato l’uso di Immuni
Via libera del Garante per la privacy al passaporto vaccinale che potrà essere richiesto solo tramite il sito web della Piattaforma nazionale-Dgc (digital green certificate), il Fascicolo sanitario elettronico e l’app Immuni. La certificazione verde potrà essere richiesta anche al medico di famiglia o in farmacia, autorizzati a scaricare la certificazione web.
Inizialmente il decreto Riaperture aveva previsto anche l’uso dell’app Io, che invece ha avuto il semaforo rosso dall’autorità per alcune criticità riscontrate. Il Garante ha infatti ordinato in via d’urgenza alla società pubblica PagoPA, titolare dell’applicazione, di bloccare provvisoriamente alcuni trattamenti di dati effettuati mediante la predetta app che prevedono l’interazione con i servizi di Google e Mixpanel e che comportano quindi un trasferimento verso Paesi terzi, come Usa, India, Australia, di dati particolarmente delicati (transazioni cashback, strumenti di pagamento, bonus vacanze), effettuati senza che gli utenti ne siano stati adeguatamente informati e abbiano espresso il loro consenso. Profili sui quali l’Autorità aveva già richiamato l’attenzione con diversi provvedimenti del 2020 fornendo peraltro indicazioni per rendere conforme l’uso dell’app alla normativa sulla privacy.
Resta tuttavia la decisione positiva nei confronti del pass vaccinale, a patto che si individuino con chiarezza, in sede di conversione in legge del decreto, i casi in cui può essere chiesto all’interessato di esibire la certificazione verde per accedere a luoghi o locali. «Proprio l’attuale indeterminatezza delle circostanze in cui è richiesta l’esibizione del green pass ha favorito l’adozione, da parte di alcune Regioni e Province autonome, di ordinanze che ne hanno imposto l’uso anche per scopi ulteriori rispetto a quelli previsti nel decreto riaperture e nei confronti delle quali il Garante è già intervenuto», fa sapere l’Autorità.
Altra misura, chiesta e ottenuta dal Garante nel corso delle interlocuzioni con il ministero della Salute, è che i soggetti deputati ai controlli delle certificazioni verdi siano chiaramente individuati e istruiti.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MEO
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