
Le autorità cinesi hanno deciso di impedire a nuovi utenti di scaricare l’APP per la preoccupazione per la raccolta di dati personali degli utenti
Tonfo di quasi il 23% per il titolo Didi a Wall Street dopo che le autorità cinesi nel fine settimana hanno deciso di impedire a nuovi utenti di scaricare l’applicazione per problemi inerenti la raccolta e l’utilizzo dei dati personali (guarda qui).
La mossa di Pechino arriva pochi giorni dopo che la Uber cinese ha debuttato alla Borsa di New York. Secondo il Wall Street Journal i regolatori cinesi avevano suggerito alla società di ritardare la sua IPO mentre affrontava tali questioni. Tuttavia, in assenza di un divieto formale e sotto la pressione degli investitori per farli incassare, Didi ha portato avanti i suoi piani di quotazione.
L’applicazione domina il mercato cinese delle vetture con autista da quando nel 2016 ha spodestato il rivale americano Uber dopo una agguerrita battaglia sui prezzi. Uber alla fine ha accettato di fondere le sue attività in Cina con quelle di Didi e attualmente è azionista della società con il 12,8% del capitale. Primo azionista dell’applicazione cinese è, invece, la società giapponese Softbank con il 21,5% del capitale.
Didi Chuxing è stata fondata nel 2012 da Cheng Wei, ex manager di Alibaba ed è attiva in 15 Paesi. Vanta ufficialmente 493 milioni di utilizzatori attivi all’anno e 15 milioni di autisti. Nel 2020 ha registrato un fatturato di 21,6 miliardi di dollari e nel primo trimestre 2021 ha comunicato ricavi per 6,4 miliardi. Recentemente è stata valutata 62 miliardi di dollari.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: REUTERS/Florence Lo
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