Secondo fonti Ue la Commissione non solo si appresta ad aprire una procedura d’infrazione per la legge anti-Lgbt, ma sarebbe anche pronta a bloccare il suo Recovery plan
L’Ungheria è nei guai ed il suo Recovery Plan rischia di non essere approvato dalla Commissione europea. Il motivo dell’attrito è la legge anti-Lgbt che Budapest non vuole cambiare. «Se l’Ungheria non aggiusterà il tiro la Commissione Ue userà i poteri ad essa conferiti in qualità di garante dei trattati. Noi ricorriamo a questi poteri a prescindere dallo Stato membro», ha detto Ursula von der Leyen.
La presidente ha definito la legge anti Lgbt “vergognosa“. «I capi di Stato e di governo hanno condotto una discussione molto personale ed emotiva sulla legge ungherese, praticamente l’omosessualità viene posta a livello della pornografia, e questa legge non serve alla protezione dei bambini, è un pretesto per discriminare», ha spiegato al dibattito in plenaria al Parlamento europeo sulle conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo.
«Dall’inizio del mio mandato – ha continuato – abbiamo aperto circa 40 procedure di infrazione legate al rispetto dello stato di diritto e se necessario apriremo altre procedure”, ha proseguito, spiegando che “non possiamo rimanere a guardare quando ci sono regioni che si dichiarano liberate da persone Lgbt. Non lasceremo che una parte della nostra società sia stigmatizzata, quando difendiamo parti delle nostre società noi difendiamo la libertà di tutta la nostra società».
Per ora Bruxelles non ha bloccato il piano di ripresa e resilienza dell’Ungheria, ma potrebbe farlo se le cose non cambiano. «Stiamo tuttora proseguendo un dialogo costruttivo con la Commissione», ha scritto la ministra della giustizia ungherese Judit Varga, responsabile per le trattative con l’Ue, sul suo profilo Facebook.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/STEPHANIE LECOCQ
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