Il turismo è il settore più in difficoltà, segue l’informatica. A livello europeo spicca il Belgio
Sono 200 mila i posti vacanti nell’industria e nei servizi nel primo trimestre del 2021. E’ record da cinque anni: ogni 1.000 occupati, infatti ci sono ben 15 nuove posizioni da ricoprire, quasi il doppio rispetto al 2020, quando erano 8. A dirlo è il Rapporto della Fondazione per la Sussidiarietà, in collaborazione con CRISP – Centro di Ricerca Interuniversitario per i Servizi di Pubblica utilità dell’Università di Milano Bicocca, sul lavoro sostenibile, che sarà presentato il 15 luglio al CNEL, Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. «Il lavoro oggi è più un percorso che un posto – osserva Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà – che richiede flessibilità, formazione continua e disponibilità al cambiamento. Capacità di lavoro e creatività sono il principale asset di un paese senza materie prime come è l’Italia. Il lavoro deve tornare ad essere la priorità nella ripresa attraverso politiche industriali e di espansione».
Il settore che in questo momento ha più difficoltà a trovare addetti è il turismo. Negli alberghi e ristoranti i posti vacanti sono 30 ogni 1.000 occupati. Seguono informatica e telecomunicazioni dove ne mancano 24, studi professionali (22), costruzioni (22) e servizi alle aziende (18).
E trovare persone adatte non è semplice, come rivela un sondaggio condotto fra i direttori del personale: spesso sono carenti le competenze digitali, l’inglese o la capacità di assumere responsabilità.
A livello europeo nei primi tre mesi dell’anno svetta il Belgio con 35 posti vacanti ogni 1.000 addetti, seguito da Olanda (30) e Germania (29). La media europea è di 20.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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