
Tra le proposte della Commissione europea il potenziamento del mercato delle emissioni
Chi inquina di più, paga di più. È questo il concetto chiave della proposta avanzata dalla Commissione europea per ridurre del 55% le emissioni di C02 entro il 2030.
Nella pratica, funzionerebbe così: un’azienda molto inquinante dovrebbe inserire nel proprio bilancio anche il costo per la collettività, oltre ai costi economici come stipendi dei dipendenti e materiali. Per continuare a inquinare allo stesso modo, dovrebbe pagare un permesso, in modo che venga interiorizzato il costo sociale prodotto. Così facendo, nel mercato delle emissioni, Ets, chi inquina meno potrebbe vendere i propri permessi ad altre aziende che ne hanno bisogno, guadagnandoci. Incentivando di fatto i comportamenti virtuosi. Si tratta di un mercato che esiste già, in Cina per esempio è appena entrato in funzione, ma con la proposta della Commissione europea si amplierebbe.
Intanto, rientrerebbero altri settori come quello dei trasporti che secondo l’Ipcc rappresenta il 23% delle emissioni globali. Inoltre verrebbe aumentato il prezzo dei permessi.
L’impatto pratico sulle vite dei cittadini sarebbe significativo: comportando per esempio il balzo delle bollette, proprio come quello già avvenuto quest’anno. Per questo l’Ue vorrebbe destinare almeno 70 miliardi a compensare i costi sociali della transizione. Man mano, inoltre, le industrie europee più inquinanti potrebbero scomparire per delocalizzare in stati meno costosi, causando perdite di posti di lavoro, con la speranza di crearne di nuovi grazie alla green economy, che è il perno del Recovery Fund. Però la transizione sarebbe tutt’altro che facile e agevole.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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