
L’indice PMi Composito dell’Eurozona è salito a luglio a 60,6 punti da 59,5 di giugno, attestandosi al valore più alto da luglio 2000. Tra i Paesi è la Germania a mostrare il rialzo più forte
Corre l’attività economica dell’Eurozona che a luglio ha toccato il record in 21 anni, grazie alla progressiva riapertura dei mercati anche se crescono i timori che la variante Delta possa compromettere la ripresa ora in corso. «L’indagine ha inoltre evidenziato il grave pericolo che la variante Delta costituisce per l’economia futura – ha sottolineato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit. – Infatti, l’aumento dei casi non solo ha ridotto l’ottimismo al livello più basso da febbraio, ma nuove ondate di Covid su scala mondiale potrebbero innescare ulteriori ritardi sulla catena di distribuzione globale, causando prezzi ancora più alti».
Nel dettaglio, secondo la lettura preliminare, l’indice PMi Composito dell’Eurozona, elaborato da IHS Markit, è salito a luglio a 60,6 punti da 59,5 di giugno, attestandosi al valore più alto da luglio 2000. Salgono così a quattro i mesi consecutivi in cui l’attività indica un’accelerazione di crescita. La componente servizi è balzata a 60,4 punti dai 58,3 di giugno, mentre il Pmi manifatturiero è sceso a 62,6 punti (63,4 a giugno), al valore più basso in quattro mesi. I ritardi sulla catena di distribuzione, che impediscono la produzione e spingono i costi delle aziende al rialzo, rimangono la preoccupazione principale per il manifatturiero.
Tra i singoli Paesi è la Germania a riportare il rialzo più importante, la più forte espansione mensile dal 1998, quando i dati comparabili sono stati disponibili per la prima volta. L’espansione senza precedenti del terziario è stata accompagnata da una crescita ancora più forte, ma in rallentamento, della produzione manifatturiera.
di: Maria Lucia PANUCCI
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