
I margini di profitto sono più alti che negli altri Paesi: 52%-58% contro 20%-35% e la redditività dei dipendenti è nettamente più consistente
20 miliardi di euro ogni anno. A tanto ammontano i profitti che le banche realizzano nei principali paradisi fiscali, ovvero Bahamas, Hong Kong, Macao, Bermuda, Irlanda, Malta, Isole Vergini britanniche, Isola di Man, Mauritius, Isole Cayman, Jersey, Panama, Gibilterra, Kuwait, Qatar, Guernsey, Lussemburgo. A rilevarlo è un report dell’EU Tax Observatory, un centro di ricerca sulla tassazione finanziato dall’Unione europea.
Non solo. L’indagine documenta una maggiore redditività dei dipendenti nei paradisi fiscali rispetto agli altri Paesi: la redditività media per addetto è di circa 283.000 euro nei paradisi fiscali, rispetto ai 68 mila euro dei non paradisi e ai 63 mila euro nel mercato domestico. La ricerca ha inoltre mostrato che i margini di profitto delle banche sono molto più alti nei paradisi fiscali (52-58%) rispetto ai margini di profitto nei non paradisi (20-35%).
Con un’aliquota minima del 15% le banche dei paradisi fiscali dovrebbero pagare tre-cinque miliardi di euro di tasse in più all’anno, 6-9 miliardi di euro con un’aliquota minima del 21% e 10-13 miliardi di euro con un’aliquota minima del 25%.
di: Maria Lucia PANUCCI
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