
L’opera collega la Russia alla Germania ed è stata al centro di un’aspra disputa
Nord Stream 2, il grande gasdotto che collega in modo diretto la Germania con la Russia, è stato completato. Lunedì scorso l’ultimo pezzo è stato saldato e attende ora di essere calato sotto il Mar Baltico, dove verrà collaudato. A quel punto, come già anticipato dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, il gasdotto verrà messo in funzione entro la fine dell’anno.
L’opera è destinata al trasporto di gas metano, un gas naturale d’uso quotidiano, dalla Russia alla Germania da dove verrà allacciato alla rete di distribuzione dell’Unione Europea.
Attualmente, Nord Stream 2 ha il primato come gasdotto più lungo del mondo (1.230 chilometri). A tenergli compagnia è il gasdotto Nord Stream 1, lungo 1.224 chilometri, che segue lo stesso percorso ed era stato inaugurato nel 2012.
La fine della costruzione del gasdotto arriva dopo anni di una disputa che ha coinvolto da una parte la Germania e dall’altra gli Stati Uniti e altri paesi dell’Europa orientale. Questi, in particolare, erano contrari alla realizzazione di Nord Stream 2 a causa della paura che la Russia potesse utilizzare le esportazioni di gas non solo come risorsa di profitti ma anche come strumento politico per affermare la propria influenza all’estero.
Nord Stream 1 e Nord Stream 2, infatti, escludono completamente quei Paesi da cui prima passavano i gasdotti russi via terra, ovvero Ucraina principalmente ma anche Bielorussia e altri Paesi dell’area. In questo modo la loro posizione strategica è andata indebolendosi mentre le loro forniture di gas sempre sono diventate più dipendenti dalla volontà politica russa. Con la recente conclusione dei lavori questo è diventato ancora più vero: la Russia potrebbe interrompere la fornitura con i Paesi vicini continuando, d’altro canto, a rifornire l’Europa occidentale.
La disputa ha toccato i suoi punti di acuti durante l’amministrazione dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e si è in parte risolta con un accordo firmato dall’attuale presidente Joe Biden. L’accordo impegna, tra le altre cose, la Germa ad imporre sanzioni contro la Russia se questa minaccerà la sicurezza energetica dei Paesi dell’est Europa.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/CLEMENS BILAN
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