
La ripresa sarà a macchia di leopardo ma presto si raggiungeranno livelli più alti del pre-Covid. Da inizio pandemia mobilitati 67 miliardi
L’export del Made in Italy sta uscendo dalla crisi e presto raggiungerà valori che vanno oltre il periodo pre-Covid. Solo quest’anno il comparto segnerà un +11,3% a 482 miliardi di euro, più che compensando quanto perso nel 2020. E’ quanto emerge dal Rapporto Export 2021 dell’Ufficio Studi di SACE e dal titolo Ritorno al futuro: anatomia di una ripresa post-pandemica, tradizionale appuntamento giunto alla sua XV edizione e bussola per l’export italiano nel mondo, presentato oggi online su piattaforma di SKY. «L’export italiano è tornato a crescere dopo l’interruzione della crisi pandemica – ha dichiarato Alessandro Terzulli, Chief Economist di SACE – Stiamo parlando di un vero e proprio ‘Ritorno al futuro’, da qui il nome della XV edizione del Rapporto Export di SACE, che si propone come una guida per le imprese che devono riformulare le proprie strategie e piani commerciali all’estero nella lettura di questo scenario complesso. L’estrema eterogeneità di questa ripresa non è semplice da decifrare e occorrono, oggi più che mai, chiare coordinate delle opportunità sia a livello settoriale che geografico».
L’export del Made in Italy vivrà una ripresa “a macchia di leopardo” con una crescita rapida in alcuni mercati, mentre in altri la risalita sarà più lenta. I beni di consumo, che lo scorso anno hanno riportato il calo più marcato, come conseguenza del minor reddito disponibile e dell’elevata incertezza che ha indotto le famiglie a una maggiore propensione al risparmio, quest’anno non riusciranno ancora a recuperare pienamente, complici le persistenti difficoltà del tessile e abbigliamento. Di contro invece i beni di investimento supereranno i valori del 2019, sulla spinta di apparecchi elettrici e meccanica strumentale, che beneficeranno dei piani di rilancio varati da diversi partner commerciali e dell’automotive, grazie soprattutto all’impulso green.
La dinamica positiva dell’export si manterrà, anche nel triennio successivo, con una crescita media del 4%, per raggiungere nel 2024 il traguardo dei 550 miliardi di euro.
«Le imprese italiane si troveranno ad operare in un contesto economico interno più reattivo, più solido, più moderno, innescando così un vero e proprio circolo virtuoso. E di tutto questo ne trarrà beneficio l’export, il driver storicamente più importante per la crescita del nostro Paese – ha spiegato l’ad Latini. – In questo contesto rientra anche la nuova missione di Sace, un modello di business recentemente ampliato e rafforzato oltre il tradizionale sostegno all’export e all’internazionalizzazione, con l’obiettivo di affiancare le imprese italiane sul mercato domestico sia durante la fase emergenziale che in quella della ripartenza a sostegno degli investimenti in infrastrutture, digitalizzazione e sostenibilità. Un impegno che si è tradotto dall’inizio della pandemia ad oggi in oltre 67 miliardi di euro di risorse mobilitate a favore delle imprese».
di: Maria Lucia PANUCCI
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