
Il 44% ha cambiato ruolo o assunto maggiori responsabilità
Il biennio 2020-2021 per i lavoratori è stato una vera sfida: la pandemia ha cambiato radicalmente il modo di lavorare e spesso anche gli equilibri in azienda. Secondo la ricerca People at Work 2021: a Global Workforce View, che analizza gli atteggiamenti dei dipendenti nei confronti dell’attuale mondo del lavoro e le loro aspettative e speranze future, il 44% dei lavoratori italiani ha subito un cambiamento di ruolo o la modifica delle mansioni ricoperte a causa delle nuove necessità dei datori di lavoro di poter disporre di nuove competenze.
Coloro a cui è stata richiesta la maggior flessibilità sono stati i lavoratori della generazione Z: il 62% tra i 18 e i 24 anni ha cambiato ruolo o ha ricevuto maggiori responsabilità, percentuale che scende al 51% nella fascia 25-34, al 46% in quella 35-44, al 38% tra i 45 e i 54 anni e al 25% sopra i 55 anni.
Ci sono anche dei lati positivi, per alcuni: il 46% degli intervistati apprezza il nuovo ruolo e le relative responsabilità, il 56% ha avuto un aumento di stipendio o un bonus.
Restano però preoccupanti le disparità di genere: le donne risultano avere meno probabilità degli uomini di ricevere un compenso aggiuntivo in tutte le aree geografiche analizzate, il maggior divario in Nord America. In Italia, il 29% degli uomini ha ricevuto un aumento di stipendio contro il 24% delle donne, e il 32% degli uomini ha ottenuto un bonus contro il 26% delle donne.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
Ti potrebbe interessare anche: