
Rilasciata da un giudice canadese
Lady Huawei, la direttrice finanziaria del colosso cinese delle telecomunicazioni, all’anagrafe Meng Wanzhou, è stata rilasciata questa mattina da un giudice canadese.
Una sentenza che chiude il procedimento di estradizione davanti alla Corte suprema della British Columbia.
L’udienza si è svolta a poche ore dalla conclusione di un accordo tra Washington e Huawei che permette alla donna, finora in libertà vigilata in Canada, di tornare in Cina.
Lady Huawei era stata arrestata il primo dicembre 2018 all’aeroporto su richiesta delle autorità di Washington, che l’hanno accusata di aver violato le sanzioni all’Iran e di frode bancaria. In base all’accordo, Meng si è detta d’accordo su alcuni dei fatti riguardanti il suo caso, quali l’aver frodato HSBC e altre banche fornendo informazioni false sui rapporti fra Huawei e Skycom, società affiliata che vende apparecchiature di telecomunicazione all’Iran. In cambio la donna ha ottenuto la sospensione del procedimento nei suoi confronti fino all’1 dicembre 2022 e, in caso rispetti alcune condizioni, il ritiro delle accuse.
Adesso Meng Wanzhou è in volo per la città di Shenzhen, torna a casa. «Senza un Paese forte non avrei oggi la mia libertà», ha detto la donna, ringraziando la Cina.
Sono stati rilasciati nelle stesse ore anche due cittadini canadesi detenuti in Cina dal 2018, Michael Kovrig e Michale Spavor. «Questi due uomini hanno vissuto per più di 1.000 giorni una terribile prova. Hanno mostrato determinazione e resilienza giorno per giorno e sono un’ispirazione per tutti noi» ha detto il primo ministro del Canada Justin Trudeau.
L’accordo raggiunto sulla faccenda di Lady Huawei potrebbe risolvere uno dei nodi di maggiore tensione nei rapporti fra Stati Uniti e Cina, le cui relazioni sono ulteriormente deteriorate nelle ultime settimane con l’intesa fra Washington, Gran Bretagna e Australia sui sottomarini nucleari nell’area dell’indo-pacifico proprio per contrastare Pechino. Sono nell’aria, tuttavia, le critiche a Biden, già accusato da molti repubblicani di essere troppo indulgente con Huawei.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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