
Siamo portati a pensare che svago sia sinonimo di benessere: il recente studio dell’Università della Pennsylvania, tuttavia, ci dice tutto il contrario
Il letterato britannico Percy Lubbock sosteneva che “un giorno d’ozio è più deprimente che una settimana di lavoro“, e se lo sosteneva lui, assiduo villeggiante della Riviera Ligure, c’è da dargli ragione.
La ricerca pubblicata dall’American Psychological Association di Washington D.C. ci mostra il lato oscuro e gli svantaggi di troppe ore trascorse sul divano e di passeggiate nel parco troppo lunghe: l’eccessivo ozio sortirebbe effetti negativi sul nostro benessere, sulla nostra salute e sulla nostra felicità.
Passi il consueto paio d’ore da dedicare ai nostri interessi e alle attività ricreative, ma sfondare il tetto delle due ore comincia già a essere controproducente. I quasi 22 mila cittadini statunitensi che hanno partecipato al sondaggio riconoscono che un lasso di tempo compreso fra le due e le cinque ore di inattività fa ancora bene, ma che andare oltre porterebbe già a un senso di fastidio e di spossatezza.
È la linea sottile che separa il concetto di svago da quello di inerzia, il bisogno di rilassarsi dalla sensazione che la propria vita stia girando a vuoto: «la nostra interpretazione – sostiene l’autrice della ricerca Marissa Sharif – è che a quel punto subentri un senso di improduttività, di mancanza di scopo che peggiora l’umore».
Per verificare una tendenza è sempre meglio incrociare i dati, quindi ci viene in aiuto il National Study of the Changing Workforce, che ha considerato un bacino di intervistati di poco inferiore al numero considerato nell’altro studio, ma che è comunque sceso alla conclusione che il tempo libero portato all’eccesso può portare a conseguenze deleterie sulla salute mentale e fisica.
Campanello d’allarme, quindi, soprattutto per pensionati e disoccupati, che sono le categorie potenzialmente più inclini a questo stile di vita: «i risultati – ha concluso Sharif – suggeriscono che avere interi giorni liberi da riempire a propria discrezione può rendere una persona infelice».
di: Andrea BOSCO
FOTO: ANSA
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