
Da Lega a M5s e FI chiedono il nuovo allargamento della misura in tutti i suoi aspetti. Franceschini dice no all’abolizione del bonus facciate. Sindacati contro quota 102
Com’era prevedibile il Documento cornice della prossima manovra finanziaria 2022 desta polemiche: a infuocare gli animi è la rimodulazione del superbonus.
In particolare a scatenare malumori è la mancata proroga del superbonus 110% per edifici singoli e villette mono e plurifamliari, visto che la misura, che ha avuto fin da subito un grande successo, dovrebbe valere soltanto per i condomini. Stop anche all’incentivo per il rifacimento delle facciate (leggi qui). «Il bonus facciate – sottolinea il ministro della Cultura, Dario Franceschini – è una misura che sta funzionando. Fa lavorare le imprese e rende più belli borghi e città, dai centri storici alle periferie. L’incentivo del 90% si giustifica proprio perché le facciate, pur essendo di proprietà privata, sono di fatto beni pubblici che rendono più belle o più degradate strade e piazze italiane. La misura è di semplice applicazione e di fatto è appena partita».
«Ci auguriamo che la versione finale della manovra portata in Consiglio dei ministri non escluda dalla proroga del Superbonus 110% gli edifici unifamiliari e plurifamiliari – ha detto dal canto suo Riccardo Fraccaro, deputato del MoVimento 5 Stelle ed ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio – né quelli funzionalmente indipendenti. Riservare il prolungamento soltanto agli edifici condominiali sarebbe un errore sotto diversi aspetti. Intanto si penalizzano i tanti che all’annuncio della proroga si sono dati più tempo per avviare i lavori, anche in virtù del fatto che il boom dei cantieri ha reso difficile reperire imprese disponibili. L’altro aspetto, ancora più grave, è che escludere le abitazioni diverse dai condomini significa escludere quasi del tutto la stragrande maggioranza dei Comuni italiani, soprattutto quelli piccoli e medi dove storicamente la tipologia edilizia è diversa dal condominio».
Sono favorevoli al rinnovo dell’incentivo nella sua forma attuale anche Lega e Forza Italia. La senatrice Alessandra Gallone ha detto: «gli ecobonus vanno mantenuti, prorogati ed estesi, ci sono ben altri provvedimenti che potranno essere tagliati. Dobbiamo perseguire la sostenibilità a tutto tondo e saper coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale, pena l’impoverimento e il blocco del sistema Paese».
Secondo gli amministratori di condominio il superbonus dovrebbe essere prorogato fino al 2025. «Non è pensabile che nel giro di un anno si possano efficientare e mettere in sicurezza tutti i fabbricati in Italia, oltre 1,2 milioni di condomini», ha spiegato Francesco Burrelli, presidente nazionale Anaci, a margine di un convegno sul tema organizzato a Firenze da Tera Progetti.
Secondo l’Ance-Associazione Nazionale Costruttori Edili è necessario prorogare tutti bonus al 2023. «Per evitare speculazioni ai danni dello Stato – spiega il presidente Gabriele Buia – si potrebbe uniformare tutti i bonus al modello 110 applicando per tutte le agevolazioni prezzari (day e regionali). Questo anche per avere la certezza di operatori qualificati che garantiscano organizzazione e correttezza nelle esecuzione dei lavori e nei prezzi ma anche un’organizzazione certa per quanto riguarda la sicurezza sui luoghi di lavoro».
E così Mario Draghi, in Parlamento per un’informativa sul Consiglio Ue, è stato sommerso di richieste di ampliare il Superbonus al 110%.
Altro tema spinoso è come superare quota 100, il meccanismo di pensionamento anticipato che anche l’Ocse torna a bocciare perché non sostenibile, facendo sì che il “passaggio al regime ordinario sia graduale ed equilibrato“. La proposta sul tavolo è “quota 102” nel 2022 e “quota 104” nel 2023. Ma non si esclude anche un sistema articolato su più anni. La Lega, che ha messo a verbale il suo dissenso in Cdm, punta a ottenere il meccanismo più ampio possibile, tutelando alcune categorie come i lavoratori precoci e le pmi. Il Pd con il ministro Andrea Orlando chiede di tutelare gli “usuranti” e le donne. Nel Dpb sono stanziati in deficit per il prossimo anno 600 milioni, ma i sindacati chiedono di più: una riforma organica. «Quota 102 è un po’ una presa in giro: noi abbiamo proposto una riforma vera del sistema e questa non lo è», dichiara Maurizio Landini della Cgil. Per la Cisl il meccanismo individuato è “inaccettabile“, per la Uil “una beffa“.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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