
A causare il crollo dei prezzi sono le recenti dichiarazioni della Cina che ribadisce la sua battaglia contro il mining
Continua a saltare all’occhio l’estrema volatilità delle criptovalute che questa mattina si svegliano in preda ad un sell-off dopo giorni di grande forza. In particolare il Bitcoin cede oltre il 7%, scendendo verso quota $60.000, per poi recuperare un po’ terreno. Male anche l’Ethereum che arretra di oltre -8% a $4.321 punti.
Nulla avviene per caso. In questo frangente i cali hanno una spiegazione ben precisa che deriva dalle recenti dichiarazioni del Governo di Pechino: in particolare la Commissione nazionale di sviluppo e riforma ha affermato che continuerà a ripulire la Cina dalle attività di mining per le criptovalute, in quanto responsabili a suo avviso di “grandi consumi di energia e di emissioni di carbone“.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/SASCHA STEINBACH
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