
In particolare la polizza vita “temporanea caso morte” presenta diverse variabili in base alla compagnia scelta
Nel 2021 sono circa 3,6 milioni gli italiani che hanno sottoscritto per la prima volta una polizza vita e di questi più di uno su tre lo ha fatto perché si sentiva meno sicuro a causa del covid-19. Il dato arriva dall’indagine commissionata da Facile.it agli istituti Up Research e Norstat. L’interesse dei connazionali verso queste coperture assicurative trova conferma anche nei dati del comparatore, infatti nel 2021 le ricerche online di polizze vita sono aumentate del 27% rispetto allo scorso anno.
L’elenco dei prodotti in commercio è parecchio lungo e diversificato: si va dalle assicurazioni che tutelano in caso di malattie a lungo termine fino a vere e proprie formule di investimento e risparmio. Ecco allora un focus su una delle polizze vita più note, quella “temporanea caso morte” che, a fronte della scomparsa prematura dell’assicurato, eroga ai beneficiari indicati nel contratto una somma di denaro predefinita.
Si tratta di prodotti particolarmente indicati per le famiglie che hanno un solo portatore di reddito ed esposti a un debito importante, come un mutuo o un prestito, o anche per coloro che decidono di tutelare i propri figli fino al raggiungimento dell’indipendenza economica.
Facile.it spiega come funzionano le polizze vita “temporanea caso morte”, cosa coprono realmente, cosa non coprono e come scegliere quella più adatta alle proprie esigenze.
Innanzitutto occhio ai parametri. La polizza temporanea caso morte garantisce ai beneficiari una somma di denaro in caso di scomparsa prematura dell’assicurato, quindi, è fondamentale definire sia il capitale assicurato che corrisponde all’importo erogato in caso di imprevisto sia la durata della polizza, vale a dire il tempo per il quale si è coperti.
Esistono poi polizze a capitale costante che richiedono il pagamento di un premio fisso per tutta la durata ma, in caso di decesso, garantiscono ai beneficiari un capitale fisso che non varia per tutta la durata del contratto.
I fumatori pagano di più. La definizione di fumatore, però, non è univoca tra le compagnie: in alcuni casi è sufficiente aver fumato, anche sporadicamente, nei 24 mesi precedenti alla sottoscrizione del contratto, in altri si è considerati fumatori solo se si consumano più di 20 sigarette al giorno e, in altri ancora, rientrano nella categoria anche coloro che, pur avendo smesso, lo hanno fatto solo dopo consiglio medico a seguito di una patologia.
Non tutte le professioni sono compatibili con la polizza vita “temporanea caso morte”. Piloti di aerei, collaudatori di veicoli e sommozzatori, ad esempio, non possono sottoscrivere questa tipologia di assicurazione. Esclusi anche lavori decisamente più comuni come operai e muratori impiegati in contesti particolarmente pericolosi potrebbero non essere tutelati.
Non si esclude lo sport. Infatti molte compagnie assicurative non rimborsano il capitale nel caso in cui il sinistro mortale avvenga durante la pratica di attività sportive ritenute pericolose. Rientrano in questa categoria alpinismo, arrampicata libera, arti marziali, paracadutismo, lotta, pugilato, rugby e sci acrobatico, oltre che tutti gli sport svolti a livello professionistico.
È bene sapere che le polizze temporanee caso morte hanno un cosiddetto “periodo di carenza”, questo significa che l’assicurazione non entra in vigore nel momento in cui viene sottoscritto il contratto ma solo dopo che sono trascorsi alcuni mesi dalla firma. Solitamente il periodo è pari a 6 mesi ma in alcuni casi può arrivare addirittura a 12 e, durante questo lasso di tempo, in caso di sinistro non vi sarà alcun rimborso.
Le polizze vita non sono sottoscrivibili da tutti. Per farlo è necessario essere maggiorenni e spesso non è possibile acquistare il prodotto oltre una certa età che può variare, a seconda della compagnia, tra i 65 e i 78 anni.
di: Filippo FOLLIERO
FOTO: ANSA/US POLIZIA
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