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Lavoro

PA, ecco le linee guida per lo smart working

Maria Lucia Panucci
1 Dicembre 2021
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Sicurezza, diritto alla disconnessione, richiamo in ufficio: vediamo tutte le regole in campo dopo l’emergenza Covid Sicurezza, diritto alla disconnessione, accordo individuale per definire durata e modalità di lavoro, dotazione tecnologica idonea […]

Sicurezza, diritto alla disconnessione, richiamo in ufficio: vediamo tutte le regole in campo dopo l’emergenza Covid

Sicurezza, diritto alla disconnessione, accordo individuale per definire durata e modalità di lavoro, dotazione tecnologica idonea fornita dall’azienda. Sono questi alcuni punti delle linee guida che fissano il perimetro dentro il quale si muoverà il lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche dopo che l’emergenza Covid sarà finita. L’obiettivo è favorire “la produttività e l’orientamento ai risultati, conciliare le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni, consentendo, ad un tempo, il miglioramento dei servizi pubblici e dell’equilibrio fra vita professionale e vita privata“, come si legge nel testo.

Anzitutto, l’adesione al lavoro agile ha natura consensuale e volontaria ed è consentita a tutti i lavoratori che siano a tempo pieno o parziale, assunti con contratto a tempo indeterminato o determinato.

L’accordo individuale che regola lo smart working per il singolo lavoratore deve contenere alcuni elementi essenziali: durata dell’accordo (a termine o a tempo), modalità di svolgimento della prestazione lavorativa (giornate di lavoro da svolgere in sede e giornate da svolgere a distanza), modalità di recesso (che deve avvenire con un termine non inferiore a 30 giorni), tempi di riposo del lavoratore (non possono essere inferiori a quelli previsti per i lavoratori in presenza), misure per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche e infine le modalità di esercizio del potere direttivo e di controllo del datore di lavoro sulla prestazione resa dal lavoratore all’esterno dei locali dell’amministrazione.

La prestazione lavorativa in modalità agile è svolta senza un vincolo di orario nell’ambito delle ore massime di lavoro giornaliere e settimanali stabilite dai contratti nazionali di lavoro. Dovranno essere individuati periodi temporali nei quali il lavoratore non può erogare alcuna prestazione lavorativa: questi periodi comprendono la fascia di inoperabilità (disconnessione), ovvero un periodo di 11 ore di riposo consecutivo.

Nelle giornate in cui la prestazione lavorativa viene svolta in modalità agile non è possibile
effettuare lavoro straordinario, trasferte, lavoro disagiato, lavoro svolto in condizioni di rischio.

Qualora si dovessero verificare problematiche di natura tecnica e/o informatica tali da rendere temporaneamente impossibile o non sicura la prestazione lavorativa, il dipendente potrà essere richiamato a lavorare in presenza. Prevista, inoltra, una formazione specifica.

Sarà possibile fare smart working nella pubblica amministrazione anche dall’estero se saranno garantite le condizioni minime di tutela della sicurezza del lavoratore nonché la piena operatività della dotazione informatica e la riservatezza dei dati. 

Ma non solo. Nella Pubblica Amministrazione è previsto anche il lavoro da remoto, attività che si potrà fare fuori dalla sede ma con vincoli precisi di orario e di luogo. In pratica Il lavoro a distanza nella p.a. si sdoppia. Potrà essere agile, e quindi senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro (compreso il lavoro dall’estero perché cadono i paletti che limitavano lo smart working degli statali entro i confini nazionali), oppure da remoto con vincoli di orario e di luogo. Quest’ultimo in pratica sarà un telelavoro in piena regola che potrà essere svolto o a casa o attraverso altre forme di lavoro a distanza come il coworking e il lavoro decentrato.

di: Maria Lucia PANUCCI

FOTO: ANSA

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