Il settore cresce anche nell’Eurozona ma non durerà a lungo secondo gli analisti
Prosegue l’espansione del terziario in Italia. L’ultima lettura dei dati Pmi servizi è salito a novembre a 55,9 da 52,4 di ottobre, segnalando il settimo mese consecutivo di crescita della produzione terziaria e al valore maggiore da agosto. Le aziende hanno registrato un rafforzamento della domanda e questo ha alimentato il più veloce rialzo delle assunzioni in quattro mesi, anche se le pressioni sulla capacità operativa sono rimaste tra Ie maggiori dell’indagine, secondo quanto spiegano da Ihs Markit.
Cresce anche il settore terziario nell’Eurozona. Dopo il forte rallentamento rispetto al picco di luglio, l’ultima indagine PMI di novembre ha registrato una nuova accelerazione della crescita economica. Una volta destagionalizzato l’Indice IHS Markit PMI della Produzione Composita di novembre è salito a 55,4 da 54,2 di ottobre, rafforzando l’espansione.
Anche se rallentata ai minimi in 7 mesi l’Irlanda ha registrato l’espansione più rapida nei dati di produzione composita manifatturiera e terziaria. Nel frattempo Spagna, Italia e Francia hanno tutte indicato rialzi più veloci nettamente superiori alle rispettive medie storiche. E’ nella maggiore economia del blocco dell’Eurozona, la Germania, che si è registrata tuttavia la crescita più lenta, che ha mostrato valori poco diversi dai minimi in 8 mesi di ottobre.
Ma le cose non dureranno a lungo. «Il miglioramento del tasso di crescita economica segnalato dal PMI dell’eurozona durerà probabilmente poco. Non si è soltanto indebolita la crescita della domanda, ma anche le aspettative di crescita futura delle aziende sono crollate a causa dei timori di una nuova ondata pandemica. Visto che i dati sono stati raccolti nei giorni precedenti alle notizie sulla variante Omicron, l’ottimismo sulle prospettive a breve termine senz’altro si ridurrà ulteriormente – ha dichiarato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Marki.t – Mentre la curva dei rischi sulla crescita si è spostata al ribasso, le incognite sulle aspettative dell’inflazione sembrano destinate al rialzo nel caso in cui i contagi continueranno ad aumentare e verranno introdotte nuove restrizioni. La catena di distribuzione ne verrebbe colpita ancora di più, la disponibilità di forze lavoro peggiorerebbe e la spesa potrebbe nuovamente spostarsi dai servizi ai beni, aggravando ancora di più lo squilibrio tra l’offerta e la domanda».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: Ansa/Matteo Corner
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