Le catene alpine attraggono l’80% delle richieste immobiliari, nonostante i prezzi più cari rispetto al mercato degli Appennini
Nella lotta fra Appennini e Alpi vincono ancora le seconde. Questo, perlomeno, è quanto è emerso da una ricerca di Immobiliare.it sul mercato delle case in montagne. Nel 2021 il settore ha visto prevalere le località sulle catene alpine, dove si è incentrato l’80% della domanda di immobili, rimasta stabile a differenza di quella riguardante case sugli Appennini, crollata del 9%.
Nonostante questo, la differenza di prezzi fra le due catene montuose è consistente e va dai 1.400 euro/mq sugli Appennini ai 4.060 euro al metro quadro sulle Alpi. Cifre rilevanti che non hanno scoraggiato la domanda immobiliare.
Basti pensare al caso di Madonna di Campiglio che, oltre ad essere la città in cui i costi sono maggiormente cresciuti (passando con un +12% rispetto all’anno precedente a 5.443 euro/mq) è anche la meta più gettonata, con un aumento della domanda del 77%. La meta più cara delle Alpi si conferma però Cortina, dove una casa costa mediamente 10.115 euro al metro quadro.
Sull’Appennino i prezzi sono decisamente ridimensionati. Qui la località più cara è Roccaraso (AQ), già nota per i suoi impianti sciistici, dove il costo medio al metro quadro è di 2.440 euro. Al secondo posto, sempre in Abruzzo, Ovindoli; qui sono richiesti 1.600 euro/mq in media. La località appenninica meno cara è invece Camigliatello Silano; nel Comune calabro, che ha comunque visto un aumento del 3% dei prezzi, gli immobili costano in media 715 euro/mq.
L’idea della casa in montagna dunque continua ad affascinare gli italiani, come ha spiegato l’amministratore delegato di Immobiliare.it Carlo Giordano, anche se “il desiderio di evasione e le ricerche nelle località più remote” oggi sono stati ridimensionati rispetto ai picchi raggiunti nei periodi di chiusura.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA
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