
“L’obbligo del vaccino agli over 50 è una misura fatta solo sulla base dei dati. Siamo cauti ma basta con le chiusure”
«Questo è un anno che dobbiamo affrontare con prudenza, realismo ma anche con fiducia ed unità. Vogliamo essere cauti ma vogliamo anche minimizzare gli effetti economici e sociali di questa pandemia soprattutto sui ragazzi e le ragazze, che hanno risentito delle chiusure dal punto di vista psicologico e della formazione. La gran parte dei problemi che abbiamo derivano dai non vaccinati». Inizia così la conferenza stampa di Mario Draghi in merito agli ultimi provvedimenti anti-Covid adottati dal Governo giovedì scorso per fermare la nuova ondata di contagi dettata dalla nuova variante Omicron (guarda qui).
E’ una conferenza stampa anomala perché si tiene a diversi giorni di distanza dal decreto varato. Si sarebbe dovuta tenere giovedì stesso ma l’Esecutivo ha voluto attendere la riapertura oggi delle scuole, per illustrare il pacchetto normativo. «Mi scuso personalmente con i giornalisti perché ho sottovalutato l’attesa che tutti avevano per questa conferenza. Considerate l’intervento di oggi come un atto riparatore», ha sottolineato il primo ministro. Con Draghi sono presenti anche i ministri della Salute Speranza e dell’Istruzione Bianchi e il coordinatore del Cts Locatelli.
Il premier ha invitato ancora una volta gli italiani a vaccinarsi perché il vaccino ad oggi rappresenta l’unica arma a disposizione per sconfiggere il Covid. E l’obbligo vaccinale agli over 50, ci tiene a sottolineare il premier, è stato deciso solo sulla base dei dati “che ci dicono che chi ha più di 50 anni corre maggiori rischi“.
Parole queste supportate anche da Locatelli che ha tenuto a precisare che la variante Omicron è meno pericolosa della Delta ma può creare comunque patologie gravi, anche fatali, soprattutto tra gli over 50. «Uno studio sudamericano dimostra che lì ci sono stati 256 morti per Omicron e la larga maggioranza aveva più di 60 anni», ha detto Locatelli.
«Lo scenario è molto diverso dal 2020, nonostante le molteplici riaperture – ha continuato il premier. – Abbiamo affrontato tante sfide, le abbiamo superate grazie alla determinazione, all’impegno dei cittadini, delle parti sociali, delle istituzioni, del Parlamento. Grazie alla vaccinazione la situazione che abbiamo di fronte è molto diversa dal passato. L’economia ha segnato una crescita di oltre il 6%, le nostre scuole hanno riaperto».
Secondo i dati forniti da Speranza in conferenza stampa il 10% degli italiani over 12 non è vaccinato ma i 2/3 dei posti occupati in terapia intensiva riguarda proprio questa fetta di popolazione ed anche il 50% in area medica. «Su 100 mila persone ci sono 23,2 persone che vanno in intensiva e sono i non vaccinati . Quando si va ai vaccinati con due dosi da più di quattro mesi, il dato passa da 23 a 1,5, quindi crolla clamorosamente e scende ad uno quando la vaccinazione avviene in ciclo primario entro 4 mesi e col booster si va a 0,9, secondo un grafico Iss. Se vogliamo ridurre la pressione sugli ospedali e salvare vite umane e se vogliamo favorire la ripartenza economica e sociale del paese la strada prioritaria è ridurre l’area dei non vaccinati. E questa è una scelta che ha piena evidenza scientifica», ha spiegato Speranza che ha sottolineato che oggi siamo all’89,40% di over 12 con prima dose.
E a chi ha chiesto se questo decreto è frutto di una mediazione di Governo, Draghi ha risposto: «quando si introducono provvedimenti di questa portata con l’obbligo anche sui luoghi di lavoro, occorre puntare all’unanimità. Questi sono provvedimenti di portata economica e sociale molto importanti e sono anche da considerare con molta attenzione. L’avere l’unanimità della vasta coalizione è un obiettivo che se possibile si deve raggiungere. Bisogna che la soluzione trovata abbia senso, significato. L’esperienza di questi 11 mesi è stata esperienza di una maggioranza molto grande in cui occorre accettare diversità di vedute, ma non la mediazione a tutti costi. Ma per alcuni provvedimenti molto importanti l’unanimità è importante purché il risultato abbia senso. E’ chiaro che ci sono divergenze e diversità di opinioni ma non sono mai state di ostacolo all’azione di governo».
Sul tema, tanto delicato del caro bollette, il premier ha sottolineato che ci saranno altri stanziamenti oltre a quelli già previsti per aiutare le persone più in difficoltà. Ed ha aggiunto: «la legge di bilancio appena approvata già prevede degli stanziamenti per settori in difficoltà. Per il momento usiamo queste misure, stiamo facendo tutti una riflessione per cercare di affrontare nella maniera più soddisfacente i bisogni di sostegno che possono essere determinati da questa ripresa della pandemia. Valuteremo se servono altre risorse. Non abbiamo riflettuto se sia necessario uno scostamento di bilancio».
Il premier Draghi non ha voluto rispondere affatto ad alcuna domanda in merito al suo futuro al Quirinale, tema caldo di questi giorni.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/FABIO FRUSTACI
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