La rimodulazione delle aliquote avrà un effetto positivo sulle buste paghe, proporzionalmente alla propria fascia di reddito
Come abbiamo visto qui, il lavoro dipendente è in forte ripresa in Italia: dallo scorso giugno il numero di contratti attivati di questo tipo nel nostro Paese ha raggiunto i livelli pre-pandemici, seguendo un trend con segno positivo. Un ulteriore incentivo a questo settore del mercato del lavoro è reperibile nella riforma Irpef entrata in vigore il primo gennaio 2022 (ne abbiamo visto qui alcuni effetti).
La rimodulazione delle aliquote, con la riduzione delle fasce da cinque a quattro, implica infatti un risparmio anche per i lavoratori dipendenti oltre che per pensionati e autonomi.
I tagli delle imposte, che si traducono in buste paga più pesanti, sono proporzionali alla fascia di reddito cui si appartiene. La categoria di lavoratori dipendenti che beneficerà maggiormente di questi tagli è quella dei contribuenti con redditi dai 7.500 ai 35mila euro, per i quali è previsto un risparmio complessivo di 4,24 miliardi nel 2022.
Nello specifico, la prima fascia di reddito (fino a 15mila euro) manterrà un’aliquota del 23%. Nella fascia successiva (dai 15mila ai 28mila euro) si passa al 25%, scendendo di due punti percentuali rispetto al passato.
Segue la terza fascia (dai 28mila ai 50mila euro) che si attesta al 35% (tre punti in meno) e infine la classe più alta per chi percepisce un reddito superiore ai 50mila euro, che pagherà il 43% di aliquota. Qui riportiamo una simulazione più specifica dei risparmi Irpef distribuiti per fasce di reddito.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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