Dal 2024 concessioni a gara e canoni in linea con la redditività. Si terrà conto di qualità del servizio e prezzi. Garanzia per il libero accesso al mare. Entro 6 mesi i decreti legislativi
La riforma delle concessioni balneari è stata votata all’unanimità dal Cdm appena concluso ed avrà due norme cardine: una che fisserà la fine della proroga per le concessioni attuali al 31 dicembre 2023 e un’altra con la delega per il riordino del settore.
Non ci saranno quindi più proroghe illimitate: le spiagge dal 2024 saranno aggiudicate tramite gare con criteri di salvaguardia per i piccoli concessionari, a tutela dell’italianità e per evitare l’invasione degli operatori stranieri. Ci sarà una proroga sulle concessioni attuali solo fino alla fine del 2023. Il Governo ha evitato così la procedura d’infrazione da parte di Bruxelles che ha chiesto più volte all’Italia di assegnare le concessioni attraverso gare pubbliche e per un periodo limitato.
La condizione sine qua non per ottenere la concessione sarà un piano d’investimenti per migliorare la qualità dei servizio. Ma non solo. Nei bandi di gara uno dei requisiti sarà quello di garantire a tutti l’accesso al mare. Delle spiagge, in particolare, andrà favorita la pubblica fruizione promuovendo in coerenza con la normativa europea, un maggiore dinamismo concorrenziale nel settore. Andrà stabilita una “durata della concessione per un periodo non superiore a quanto necessario per garantire al concessionario l’ammortamento e l’equa remunerazione degli investimenti autorizzati dall’ente concedente in sede di assegnazione della concessione e comunque da determinarsi in ragione dell’entità e della rilevanza economica delle opere da realizzare”.
Prevista inoltre una sorta di compensazione per il concessionario che lascia la titolarità dell’impresa: “un indennizzo da riconoscere al concessionario uscente, posto a carico del concessionario subentrante, in ragione del mancato ammortamento degli investimenti realizzati nel corso del rapporto concessorio, ed autorizzati dall’ente concedente e della perdita dell’avviamento connesso ad attività commerciali o di interesse turistico“.
Quanto ai canoni, addio a quelli irrisori applicati finora. Il Governo dovrà definire “criteri uniformi per la quantificazione di canoni annui concessori che tengano conto del pregio naturale e dell’effettiva redditività delle aree demaniali da affidare in concessione, nonché dell’utilizzo di tali aree per attività sportive, ricreative e legate alle tradizioni locali, svolte in forma singola o associata senza scopo di lucro, ovvero per finalità di interesse pubblico”. Non solo. Toccherà sempre al Governo procedere con la “definizione di una quota del canone annuo concessorio da riservare all’ente concedente e da destinare a interventi di difesa delle coste e di miglioramento della fruibilità delle aree demaniali libere”.
Il Governo avrà 6 mesi di tempo per adottare i decreti delegati con le nuove regole per le gare. Decreti che renderanno effettive (dopo pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) l’applicazione della nuova normativa.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/LUCA ZENNARO
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