Mancano controlli, la burocrazia è un’arma a doppio taglio
Li hanno chiamati “furbetti del Superbonus” ma dietro ci sono veri criminali che hanno truffato lo Stato per decine di milioni di euro. Ma come funzionano le truffe sul bonus 110% e in generale sulle agevolazioni edili?
Secondo la guardia di finanza il problema nasce dall’assenza o in generale dalla scarsità di controlli iniziali. Le ipotesi più ricorrenti di reato sono la natura fittizia dei crediti, pertanto si chiedevano i soldi senza iniziare i lavori; l’acquisto dei crediti con capitali di origine illecita, ovvero il riciclaggio di denaro sporco; e l’abusivismo finanziario, ovvero soggetti che effettuano tantissime operazione di acquisto e vendita di crediti non avendone i requisiti.
In audizione al Senato la gdf ha spiegato che per la maggiore i criminali agivano così: si girava subito il credito a istituzioni finanziarie (come banche e Poste, ma non solo) che lo compravano e davano i contanti (trattenendo una percentuale) dando modo di iniziare il “palleggio” dei soldi. Altrettanto spesso, poi, si cedevano fondi a catena sfruttando imprese costituite ad hoc, con amministratori nullatenenti, irreperibili o pregiudicati.
Un esempio per tutti: a Roma due società proprietarie di immobili di valore molto basso, che erano state create ad hoc, si scambiavano fatture reciproche per generare milioni e milioni di euro di crediti fittizi. La guardia di finanza che ha scoperto il raggiro ha sequestrato 1,3 miliardi di euro.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/EPA
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