“L’inflazione sta iniziando a diffondersi oltre a quei settori direttamente colpiti dalla pandemia Covid, e dunque nell’intera economia”
I rischi di inflazione sono alti, presto servirà un rialzo dei tassi d’interesse. Secondo i verbali dell’ultima riunione, che si è svolta il 25 e 26 gennaio, “la maggior parte dei partecipanti ha suggerito che sarà necessario un ritmo di aumento dei tassi superiore a quello successivo al 2015”. E questo perché alcuni esponenti hanno notato che l’inflazione sta iniziando a diffondersi oltre a quei settori direttamente colpiti dalla pandemia Covid, e dunque nell’intera economia. «I partecipanti (del Fomc) hanno rimarcato che i recenti dati sull’inflazione hanno continuato a eccedere in modo significativo gli obiettivi di più lungo termine della Commissione e che l’inflazione elevata sta persistendo per un tempo più lungo di quanto avessero anticipato, riflettendo gli squilibri tra la domanda e l’offerta legati alla pandemia e alla riapertura dell’economia – si legge nei verbali. – Alcuni esponenti del Fomc hanno anticipato che sarebbe appropriato alzare presto i tassi sui fed funds. I partecipanti hanno riconosciuto che l’inflazione elevata è un peso per le famiglie, soprattutto per chi è meno capace di pagare i prezzi più elevati per i beni e i servizi essenziali».
I banchieri centrali Usa ritengono anche che sarà “appropriato” procedere a una riduzione della mole del bilancio della Fed. Questo ovviamente presuppone che prima vengano concluse le operazioni di acquisto netto di titoli. E su questo i verbali forniscono un’ulteriore elemento eloquente: due esponenti del Fomc hanno affermato che si sarebbe dovuto procedere più rapidamente alla chiusura degli acquisti netti, “per dare un forte segnale sulla volontà della Fed di contrastare l’alta inflazione”, riportano i verbali.
La conclusione degli acquisti netti di titoli spiana la strada a un rapido rialzo dei tassi di interesse.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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