Tenendo conto del caro-materie prime e dell’inflazione, il Ministero della Transizione Ecologica ha disposto un freno “all’eccessiva lievitazione dei costi”
Come preannunciato nei giorni scorsi, il Ministero della Transizione Ecologica ha firmato il decreto contenente i tetti massimi di spesa per gli interventi relativi al Superbonus 110%.
Il provvedimento, firmato da Cingolani, tiene innanzitutto conto dell’aumento del costo delle materie prime e dell’inflazione, fissando dei massimali che possono essere fino al 20% più alti di quelli già previsti per l’Ecobonus.
Si tratta dunque, come rivendicato dal ministro, di un “freno all’eccessiva lievitazione dei costi” che vada incontro alle “esigenze del settore e dell’efficientamento energetico“. L’aumento controllato dei prezzi da un lato consente un adeguamento ai costi del mercato, soggetto a un spinta inflazionistica anche per il divario fra l’offerta, limitata, e la domanda, esplosa.
Dall’altro lato però si vuole anche porre un limite alle speculazioni ove non giustificabili dal caro-materie prime
Il Ministero ha precisato che questi massimali non sono onnicomprensivi di Iva, oneri professionali e costi di posa in opera, così da consentire un certo margine nella gestione del prezzo finale.
Trattandosi di una misura contingente all’inflazione attuale, è già stato stabilito che ogni anno (a partire dal primo febbraio 2023) questi costi massimi vengano aggiornati sulla base del monitoraggio svolto da Enea sull’andamento dei prezzi sul mercato.
Per quanto riguarda i costi non esplicitamente previsti dal decreto firmato il 15 febbraio si dovrà prendere in considerazione il listino regionale, della propria Provincia autonoma o delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, oppure infine i prezziari diffusi dalla casa editrice Dei.
In tutti questi casi però, con il medesimo scopo di evitare le speculazioni, ci sarà bisogno dell’asseverazione della congruità della spesa da parte di un tecnico abilitato. Segnaliamo in questo caso che il Governo sta pensando a un inasprimento delle sanzioni penali a carico di chi commette frodi sui bonus edilizi, a partire da chi rilascia asseverazioni false (ne parlavamo qui).
Infine, per quanto riguarda le tempistiche, il nuovo prezziario andrà impiegato per gli interventi la cui richiesta del titolo edilizio scatti dopo 30 giorni dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (15 febbraio).
Il decreto prevede quindi un mese di tempo che consentirà un adattamento graduale alle nuove tabelle di prezzi e permetterà al contribuente di valutare se presentare la dichiarazione di inzio lavori prima o dopo questa scadenza.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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