
Dal 2013 al 2021 l’export verso la Russia del nostro Paese ha già perso almeno 24 milioni
«Il conflitto in Ucraina e le inevitabili sanzioni alla Russia si ripercuoteranno molto pesantemente sulle imprese italiane»: è questo il monito di Confartigianato che riprende le preoccupazioni già espresse da Confesercenti (qui).
Il timore è che si possano ripetere le stesse conseguenze economiche che abbiamo vissuto in seguito all’esplosione del conflitto in Crimea nel 2014: «le prolungate sanzioni economiche alla Russia, tra il 2013 e il 2021 hanno fatto calare del 22,2% l’export europeo verso Mosca, con una maggiore penalizzazione dell’Italia (-28,5%)».
In questi 8 anni le vendite delle nostre imprese sul mercato russo hanno perso almeno 24,174 milioni di euro, quasi tre milioni medi all’anno. L’impatto sarà particolarmente preoccupante sulle piccole imprese: proprio i settori a maggior concentrazione di pmi (“soprattutto alimentari, moda, mobili, legno, metalli“) esportano in Russia 2.684 milioni di euro di prodotti, pari al 34,9% dell’export totale verso Mosca.
«Tra le regioni più esposte per le esportazioni sul mercato russo vi è l’Emilia-Romagna, seguita da Veneto, Marche, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia»; a livello provinciale queste sanzioni peseranno soprattutto a “Vercelli, Fermo, Vicenza, Reggio Emilia, Frosinone, Treviso, Bologna e Piacenza“.
«Auspichiamo – spiega il presidente di Confartigianato Marco Granelli – che si possano recuperare rapidamente le ragioni del dialogo e riaffermare i valori della libertà e della democrazia per scongiurare effetti ancora più gravi per la vita delle persone, per la sicurezza e la stabilità sociale ed economica dell’Europa».
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/FABIO CIMAGLIA
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