L’analisi di Confartigianato sulla base dei mercati di Mosca e Kiev
Una guerra si combatte in molti modi e le conseguenze di un conflitto sono sfaccettate e colpiscono non solo i Paesi direttamente coinvolti ma anche tutti coloro che gli stanno intorno, soprattutto oggi, nel mondo globalizzato e fortemente interconnesso in cui viviamo.
Le ripercussioni del conflitto tra Russia e Ucraina potrebbero perciò ben presto arrivare ai nostri confini, non solo in termini di rincari – cosa già avvenuta, tra materie prime e costi energetici – ma anche per quanto riguarda l’export del Made in Italy, punta di diamante italiana all’estero.
Secondo Confartigianato il rischio è che il conflitto e le sanzioni applicate si ripercuotano in modo molto significativo sulle imprese italiane che sono già state penalizzate fortemente dalla pandemia: nel 2021 sui mercati di Mosca e Kiev l’Italia ha venduto prodotti per 9,8 miliardi di euro e ne ha importati per 17,2 miliardi: «rischiano di ripetersi le gravi conseguenze economiche derivanti dal conflitto russo-ucraino scoppiato nel 2014 con la crisi di Crimea – hanno avvisato gli esperti – le prolungate sanzioni economiche alla Russia tra il 2013 e il 2021 hanno fatto calare del 22,2% l’export europeo verso Mosca, con una maggiore penalizzazione dell’Italia». Nello specifico, in 8 anni le vendite sul mercato russo hanno accumulato perdite per 24,7 miliardi di euro, pari a oltre tre miliardi di euro medi all’anno.
Tra il 2013 e il 2021 gli effetti più gravi per il conflitto di Crimea si sono registrati in Abruzzo (-75,9%), nelle Marche ( -59,6%), in Toscana (-40,4%). Forti cali anche per Lombardia (-30,4%), Veneto (-26,2%) ed Emilia-Romagna ( -25,2%).
L’Italia è quarta in Europa per valore delle esportazioni sui mercati di Russia e Ucraina: in particolare è in testa per l’export di prodotti legati al settore della moda, per un valore di 1,346 miliardi di euro.
Nel 2021 l’interscambio è stato di 7,69 miliardi di euro di esportazioni e di 13,98 miliardi di euro di importazioni, di cui il 55,3% è costituito da petrolio greggio e gas naturale per un valore di 7,7 miliardi di euro. Solo con la Russia. Per quanto riguarda il mercato in Ucraina, le vendite di made in Italy nel 2021 ammontano a 2,1 miliardi di euro, in crescita del 20,6% rispetto al 2019.
Adesso l’impatto potrebbe essere particolarmente significativo sulle piccole imprese: “i settori italiani con la maggiore concentrazione di micro e piccole imprese (soprattutto alimentari, moda, mobili, legno, metalli) vendono in Russia prodotti per 2,6 miliardi di euro, pari al 34,9% delle nostre esportazioni nel Paese”, rimarca Confartigianato.
Quali sono i prodotti che si esportano di più verso Mosca? “Macchinari e apparecchiature: nel 2021 ne abbiamo esportati per 2,147 miliardi di euro (il 27,9% del made in Italy in Russia). Seguono la moda per 1,3 miliardi di euro (17,5% del totale del nostro export in Russia), i prodotti chimici per 720 milioni di euro ( 9,4%), i beni alimentari e bevande per 635 milioni di euro (8,3%)”.
Le Regioni che saranno più colpite sono Emilia Romagna, Veneto, Marche, Piemonte, Friuli e Lombardia. Le Province Vercelli, Fermo, Vicenza, Reggio Emilia, Frosinone, Treviso, Bologna e Piacenza.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/MATTEO BAZZI
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