Tra i primi consumi tagliati ci sono la ristorazione, le vacanze e la cultura, tutti casi in cui almeno il 60% degli intervistati dichiara di avere già modificato le proprie abitudini di acquisto
Gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina e il caro energia si stanno facendo sentire sul piano reale dell’economia del nostro Paese. A lanciare l’allarme è Confcommercio secondo cui gli italiani hanno già tagliato alcune spese, soprattutto inerenti la cultura ed i viaggi. «Le famiglie italiane hanno già ridotto drasticamente i consumi per turismo e cultura a causa della pandemia. E proprio turismo e cultura risentiranno di più degli effetti del conflitto in Ucraina e del caro energia. Occorre un’operazione fiducia per le imprese attraverso l’aumento dei fondi emergenziali e la proroga delle moratorie bancarie e fiscali. Ma occorre farlo subito perché il sistema imprenditoriale non può reggere una situazione di crisi continua», ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.
Per il turismo i circa 60 milioni di arrivi e 160 milioni di presenze in Italia che nel 2021 continuano a mancare all’appello rispetto al 2019, uniti agli oltre 22 milioni in meno di viaggi degli italiani all’estero, confermano la crisi che ancora vive il settore che ha davanti prospettive ancora meno incoraggianti: tra i primi consumi tagliati ci sono, infatti, la ristorazione, le vacanze e la cultura, tutti casi in cui almeno il 60% degli intervistati dichiara di avere già modificato le proprie abitudini di acquisto.
l primo dato allarmante si registra per Pasqua, con quasi 8 milioni di italiani intenzionati a partire di cui solo quattro milioni hanno già concretamente programmato. Anche le scelte di viaggio fanno capire come sia critica la situazione: spostamenti brevi e di corta durata e all’interno della regione di residenza per la metà dei vacanzieri; probabilmente un solo pernottamento e spesa nell’ordine dei 200 euro a persona tutto incluso, mentre solo il 6% opterà per mete estere, contro il 13% del 2019.
Per la spesa quattro intervistati su 10 dichiarano che si attesteranno sui livelli dello scorso anno, mentre due su 10 spenderanno addirittura tra il 10% e il 25% in meno. Anche in vista dell’estate il quadro non sembra essere roseo: 8 intervistati su 10 dichiarano che o rinunceranno a partire o ridurranno i giorni e le spese delle vacanze.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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