Questa mattina è scaduto l’ultimatum delle forze russe all’esercito ucraino assediato a Mariupol, che non si è arreso. L’Ue ha annunciato lo stanziamento di altri 50 milioni per aiuti umanitari
«In questo tempo di profonda inquietudine i più fondamentali diritti umani vengono tragicamente calpestati, in Ucraina così come in molte altre regioni del mondo. La guerra di aggressione, somma negazione di quegli imprescindibili vincoli di fratellanza sui quali si fonda l’umana convivenza, continua in queste settimane a seminare lutti indicibili, a separare famiglie, a violare l’innocenza dei più piccoli e fragili». È dedicato alla guerra il pensiero del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha affidato i suoi auguri ad una lettera al Pontefice.
«Ci siamo telefonati con il presidente Putin prima dell’inizio della guerra. Ci siamo lasciati con l’intesa che ci saremmo risentiti». Così il premier, Draghi, intervistato dal Corriere della Sera, parla dei rapporti con Mosca.
«Alcune settimane dopo però ha lanciato l’offensiva. Ho provato fino alla fine a parlargli – ha spiegato il premier, facendo riferimento ad un’ultima telefonata – l’ho chiamato per parlare di pace». Draghi gli avrebbe rinnovato la richiesta di incontrarsi con Zelensky e di imporre un cessate il fuoco: «mi ha risposto che i tempi non sono maturi».
Nel frattempo la guerra incede e il presidente Zelenksy, nel suo ormai tradizionale appuntamento quotidiano con i media che è anche occasione per aggiornare il bollettino del confitto, ha affermato che a Mariupol la situazione è “disumana”, invitando nuovamente gli alleati a fornire armi pesanti per salvare la città.
All’alba di questa mattina di Pasqua è ufficialmente scaduto l’ultimatum delle forze russe all’esercito ucraino che sta ancora combattendo a strenua difesa di Mariupol.
Come ha riferito il capo del Centro di controllo della Difesa nazionale della Federazione, il colonnello generale Mikhail Mizintsev, i russi hanno offerto ai 1.500 militari superstiti (ieri si parlava di 2.500 resistenti, qui) che stanno difendendo Mariupol, rimasti intrappolati nell’acciaieria Azovstal, di arrendersi e così salvarsi.
Lo stesso colonnello riporta che i soldati, rimasti senza cibo e acqua, hanno chiesto il permesso di arrendersi al governo ucraino, che però ha negato loro la possibilità della resa.
Intanto l’Unione Europea ha annunciato che stanzierà ulteriori 50 milioni di euro in “fondi umanitari per aiutare le persone colpite” dalla guerra. 45 milioni saranno destinati a progetti umanitari nel Paese e cinque milioni andranno invece alla Moldavia che ad oggi ospita circa 420mila rifugiati. Con questa nuova tranche di aiuti, l’Ue ha raggiunto la somma complessiva di 143 milioni di euro.
La scorsa settimana, a seguito della campagna di raccolta fondi Stand Up for Ukraine, Bruxelles ha annunciato un pacchetto di sostegni dal valore di un miliardi.
Intanto, dopo l’Italia (dove è in vigore da oggi lo stop all’ingresso di navi russe dai porti, come abbiamo visto qui) anche la Bulgaria recepisce le sanzioni internazionali siglate dall’Unione Europea: Sofia ha dato ordine alle autorità portuali del Paese di sospendere l’ammissione di “tutte le navi battenti bandiera russa, così come alle navi che hanno cambiato la loro bandiera russa o la loro registrazione in qualsiasi altro stato dopo il 24 febbraio“.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/TPYXA
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