
Trovati 6 lavoratori in nero, licenziati gli operai che chiedevano 8 ore
È stata sospesa dagli ispettori del Lavoro e dai carabinieri l’azienda di Campi Bisenzio a Firenze nella quale sono stati trovati, intenti alle macchine da cucire e alle macchine stiratrici, su 13 addetti, 6 in nero, tutti di nazionalità cinese.
I controlli sono stati avviati dopo che la ditta avrebbe licenziato gli operai che chiedevano turni come da contratto nazionale, di 8 ore: nello stabilmente infatti i lavoratori dovevano seguire turni da 12 ore al giorno, senza riposo né ferie né malattie pagate né diritti. «Il giorno di Pasquetta si sono rifiutati di andare al lavoro – hanno spiegato i Cobas – e il titolare e ha deciso di licenziarli tutti con un messaggio WhatsApp che recitava ‘chi non lavora oggi (Pasquetta) è fuori per sempre’».
Non è finita qui: dopo il licenziamento i titolari hanno diffuso su WeChat un video con i volti dei lavoratori che “hanno osato richiedere di lavorare 8 ore e le ferie. L’invito è agli altri imprenditori a non assumerli in altre fabbriche, ad ennesima riprova di un sistema di sfruttamento diventato la normalità. Una vera e propria black-list”, denunciano i Cobas.
Nel messaggio che i titolari hanno diffuso in chat era scritto: «questi pakistani si rifiutano di lavorare duramente nelle fabbriche e vengono in fabbrica a creare problemi. Spero che i miei colleghi cinesi non chiedano a queste persone di lavorare in fabbrica».
I Cobas hanno concluso: «nello stabilimento ci sono oggi lavoratori formalmente dipendenti di ditte diverse: la Feng Shouqing e la Hu Qingong ma i contratti sono carta straccia: c’è chi lavora da tre anni a tempo determinato, part time a 20 o 30 ore settimanali. Nella realtà le ore settimanali sono 84, pagate mille euro. Che nei mesi di calo lavoro diventano 500 euro a parità e di ore e in quelli di picco 1.300 euro. E i diritti del Contratto collettivo nazionale di lavoro sono sulla carta. Non è Bangladesh, è Campi Bisenzio, provincia di Firenze, dove si estende il distretto pratese del tessile e il suo super sfruttamento».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/JESSICA PASQUALON
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