La ricorrenza è stata istituita per sensibilizzare su una problematica che intacca duramente la filiera agroalimentare, con ripercussioni per la salute dell’ambiente, l’economia e la carenza di cibo
Il prossimo 12 maggio si celebrerà la prima giornata mondiale della salute delle piante. Un’occasione voluta dalla Fao per puntare i riflettori su una problematica che ha non poche ripercussioni sul comparto dell’agricoltura e del commercio.
Dalla locusta del deserto alla Xylella, dalla cimice asiatica a quella del pinolo: malattie e parassiti delle piante possono provocare fino al 40% delle perdite nei raccolti agricoli.
Dai danni economici, le ripercussioni di queste malattie si estendono anche alla questione della carestia, già sollevata anche dal World Food Programme preoccupato dai problemi dell’approvvigionamento mondiale connessi alla guerra in Ucraina (leggi qui).
In particolare, si stima che solo nel 2019 la cimice asiatica ha provocato oltre 600 milioni di euro di perdite alla frutticoltura italiana; quelle per la Xylella hanno già superato i 1,5 miliardi.
Vi sono poi altri parassiti che, pur non provocando scossoni rilevanti in termini assoluti, hanno gravemente colpito produzioni di nicchia, come quella dei pinoli duramente aggredita dalla cimice Leptoglossus occidentalis.
Tra i fattori che aggravano la situazione ci sono anche il cambiamento climatico, decenni di intensificazione delle colture e i ritmi produttivi della globalizzazione che mettono alle strette i naturali tempi di recupero dei terreni.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA
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