Unc: “se non si bloccano le speculazioni è evidente che il Governo dovrà prolungare il taglio delle accise anche oltre l’8 luglio”
Torna sotto i riflettori il caro carburanti. Secondo quanto denunciato da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, la benzina in modalità self service è a 1,873 euro al litro, un prezzo che per la prima volta dopo la riduzione delle accise supera quello successivo all’invasione dell’Ucraina, battendo i 1,869 euro al litro del 28 febbraio; il gasolio, pur diminuendo, è a 1,820 euro al litro, un livello ben maggiore di quello del 28 febbraio quando era a 1,740 euro.
Da quando è scoppiata la guerra un litro di benzina, nonostante l’intervento del Governo, costa oltre due cent in più (2,317 cent), con un rialzo dell’1,3%, pari a un euro e 16 cent per un pieno da 50 litri, mentre il gasolio, che non è mai andato sotto ai prezzi astronomici registrati dopo l’inizio del conflitto, ora è maggiore di quasi 10 cent (+9,759 cent), con un rincaro percentuale del 5,7%, pari a 4 euro e 88 cent a rifornimento.
Rispetto poi all’inizio dell’anno la benzina è salita dell’8,9%, pari a 7 euro e 68 cent per un pieno di 50 litri, 184 euro su base annua, il gasolio è aumentato del 14,8%, 11 euro e 73 cent a rifornimento, equivalenti a 282 euro annui.
«Se non si bloccano le speculazioni è evidente che il Governo dovrà prolungare il taglio delle accise anche oltre l’8 luglio. Serve una modifica del ddl concorrenza per dare una definizione di prezzo anomalo, così da poter consentire all’Antitrust di intervenire anche in assenza di un’intesa restrittiva della concorrenza», avverte Dona.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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