Per lo sciopero della scuola prevista una maxi protesta a Roma. Formazione, reclutamento, salario e carriera i temi sul tavolo. Contrario il sindacato dei presidi
Giornata di tensioni oggi per il mondo della scuola che scende in piazza con manifetazioni e sit-in in tutta Italia. Sono migliaia gli istituti oggi chiusi a pochi giorni dal termine dell’anno scolastico con una maxi protesta prevista a Roma a in piazza Santi Apostoli a partire dalle 10.30.
La protesta è stata indetta da Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief contro le novità in tema di formazione, reclutamento, salario e carriera varate dal governo con il Decreto Legge 36/22. Come ha sottolineato Ivana Barbacci, segretaria generale di Cisl Scuola, i motivi dietro alla protesta sono molteplici. Da un lato si vuole “riaffermare il diritto del personale della scuola a un dignitoso rinnovo del contratto”, dall’altro si vuole “dire no a interventi fatti per legge su materie come la formazione in servizio e il trattamento economico, di diretto impatto sul rapporto di lavoro e quindi da disciplinare in via negoziale”. Secondo Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil, “è arrivato il momento di dire basta a un atteggiamento del governo che è chiaramente contro gli interessi della scuola pubblica” e lo sciopero serve a protestare contro “l’idea di un sistema di reclutamento che è pensato in realtà senza tenere conto dell’interesse di chi è precario oggi per cui non si prevede nessun percorso di stabilizzazione, non si riconosce l’attività svolta, non c’è nulla di tutto quello che serve”.
Contrario allo sciopero il sindacato Anp dei presidi. «Il ritornello è il solito: stabilizzare i precari, non considerando per nulla il diritto degli alunni ad avere insegnanti migliori, più preparati, più aggiornati», osserva Cristina Costarelli di Anp Lazio.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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