
Secondo Landini bisogna tassare le rendite finanziarie andando oltre al 25%. Gli industriali europei dicono no ad aumenti dei salari insostenibili
Aumentare i salari. Questo è l’obiettivo primario del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Come? Tassando di più le rendite finanziarie andando oltre al 25%, il doppio o anche di più, e predisponendo anche un contributo di solidarietà straordinario una tantum, senza escludere uno scostamento di bilancio. «Le rendite finanziarie e gli utili sono tassati la metà rispetto a lavoratori e pensionati, cioè quelli che la ricchezza la producono davvero. Chi ha di più deve contribuire di più – spiega Landini in una intervista a La Stampa. – Non penso ad una patrimoniale, piuttosto ad un modello fiscale in cui tutti pagano in base a quello che percepiscono».
Secondo Landini è tempo di agire perché c’era e c’è una emergenza sociale e democratica, ovvero la precarietà nel lavoro e nella vita. Gli aumenti devono però essere collegati all’indice dei prezzi complessivo, che è al 6,9%, e non a quello depurato dell’energia, che si trova al 2,5. Altrimenti, il risultato è che si riducono i salari.
Il primo passo sono i contratti nazionali che vanno rinnovati subito.
Intanto si leva la voce degli industriali europei che dicono no ad aumenti dei salari insostenibili. «Piuttosto che aumenti salariali insostenibili che creano una spirale dannosa dei prezzi salariali, la risposta per rafforzare il potere d’acquisto delle persone deve essere quella di attuare un’agenda di crescita proattiva che sostenga la competitività delle imprese europee – avverte BusinessEurope che rappresenta 40 federazioni leader di imprese e datori di lavoro in 35 Paesi europei. – I governi devono affrontare la carenza di manodopera e competenze che minano la ripresa e perseguire politiche che aumentino la produttività e l’innovazione perché è questa la base per costruire una reale prosperità e creare posti di lavoro».